Teatro Colón di Buenos Aires
I teatri sono il tempio della cultura. Un tempio in cui il legno ha una parte da protagonista: dal palcoscenico alle sedute, dai palchi ai soffitti e le decorazioni. Il tour di Firewall per i teatri più belli arriva in Argentina al Teatro Colón di Buenos Aires, un gioiello dell’architettura e della lirica, considerato il migliore al mondo per l’acustica. Costruito tra il 1889 e il 1908, ha una capienza di 2.487 posti. Nel 1989 è stato dichiarato monumento storico nazionale.
LA STORIA
Nella sua prima sede, il Teatro Colón operò dal 1857 al 1888, anno in cui fu chiuso per la costruzione di una nuova sala che sorse tra le strade Cerrito, Viamonte, Tucumán e Libertad, nel cuore della città. Il nuovo Teatro Colón fu inaugurato il 25 maggio 1908 con una rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Nei primi anni, il teatro ospitò solo compagnie straniere, mentre dal 1925 si dotò di un’orchestra, un coro e un balletto stabili, che gli permisero di realizzare produzioni proprie, grazie anche all’alta professionalità delle sue maestranze e dei suoi insegnanti.
Nel corso della sua storia, hanno calcato il palcoscenico del Colón i più importanti cantanti, ballerini e direttore d’orchestra: da Enrico Caruso a Maria Callas, da Placido Domingo a Luciano Pavarotti, da Margot Fonteyn a Rudolf Nureyev, da Arturo Toscanini a Héctor Panizza. Non sono mancati anche i compositori come Richard Strauss, Pietro Mascagni e Ottorino Respighi, che spesso hanno diretto o supervisionato l’esecuzione delle loro opere.
L’ARCHITETTURA
La prima pietra del nuovo Colón fu posta il 25 maggio 1890, con l’intenzione di inaugurare il teatro il 12 ottobre 1892, in coincidenza con il quarto centenario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, a cui è dedicato. Il progetto iniziale fu affidato all’architetto italiano Francesco Tamburini: alla sua morte, passò al suo allievo argentino Víctor Meano, autore del Palazzo del Congresso nazionale. I lavori proseguirono fino al 1894, ma poi si fermarono per motivi finanziari. Nel 1904, dopo la morte di Meano, il governo commissionò al belga Jules Dormal di terminare il lavoro. Dormal introdusse alcune modifiche strutturali e conferì al teatro uno stile francese.
L’edificio, nello stile eclettico dei primi del Novecento, si sviluppa per oltre ottomila metri quadrati, di cui cinquemila corrispondono all’edificio centrale, i restanti ospitano uffici e laboratori. La sala principale è a forma di ferro di cavallo, secondo gli standard del teatro classico italiano e francese. Alta 48 metri, si sviluppa su 7 ordini. La cupola di 318 metri quadrati è dipinta dal pittore argentino Raúl Soldi, i cui lavori sostituirono negli anni Sessanta quelli originali di Marcel Jambon, andati deteriorati.
Il palcoscenico è meccanizzato e può ruotare in qualsiasi direzione in modo da cambiare rapidamente le scene. La buca dell’orchestra, che può ospitare fino a 120 musicisti, è stata progettata come se fosse una cassa di risonanza, con speciali curve di riflessione del suono, che – insieme alle proporzioni architettoniche della sala e alla qualità dei materiali – conferiscono al teatro un’acustica perfetta.
Dal 2006 al 2010, il Teatro Colón è stato sottoposto a un’imponente opera di restauro: durante i lavori gli spettacoli si sono tenuti in altre sale di Buenos Aires. Per la riapertura del 24 maggio 2010 vennero eseguiti il secondo atto di La Bohème e il terzo di Il lago dei cigni.
VISITARE IL TEATRO COLÓN
Ogni giorno, dalle ore 9 alle 17, al Teatro Colón si svolgono le visite guidate che permettono di conoscerne la storia centenaria e l’architettura. I tour durano approssimativamente 50 minuti e conducono alla sala principale, al foyer e al Salone dorato.