Gli smokejumpers le squadre speciali della tradizione Sovietica
Oggi con Storie di Pompieri vogliamo portarvi in Russia per farvi conoscere i pompieri d’assalto: gli smokejumpers
Vengono da molti definiti così gli smokejumpers ovvero un corpo speciale dei Vigili del Fuoco Russi, addestrati per intervenire negli estesi incendi boschivi che coinvolgono territori particolarmente inaccessibili.
Ricevono un addestramento specifico con tecniche del tutto simili a quelle suggerite per i reparti speciali.
Con pochissimi mezzi a disposizione sfruttano, prima di ogni risorsa, le loro straordinarie capacità di adattamento. Sono vigili del fuoco, paracadutisti, abili tagliaboschi, cacciatori e pescatori; personale addestrato a trovare nella natura, anche nelle condizioni più estreme, gli strumenti necessari per la salvezza.
Riprendendo quella che fu una tecnica d’invenzione proprio sovietica, le squadre in questione sono abituate a paracadutarsi direttamente sul luogo dell’incendio.
Nasce negli anni 30 questa modalità d’approccio che prevedeva, già da allora, l’arrivo dal cielo delle squadre di soccorso paracadutate direttamente sui villaggi adiacenti alla zona in fiamme per radunare, fra l’altro, il maggior numero di persone possibile in grado di coadiuvare le operazioni di soccorso.
I Sovietici hanno sviluppato un programma d’intervento per affrontare le situazioni più critiche che, dopo oltre 70 anni, non ha molti precedenti e resta fra i più efficaci. È la Avialesookhrana, l’organizzazione Russa dei Vigili del fuoco a gestire i piani di prevenzione e intervento in caso d’incendio in uno dei territori più vasti al mondo.
Gli smokejumpers sono infatti impiegati per proteggere l’area della foresta boreale che dalla tundra Artica si estende fino al confine con la Mongolia. Circa 800 milioni di ettari di territorio ogni estate sono tenuti a bada da questo corpo decisamente speciale; sono circa 500 uomini scelti, alloggiati in 340 stazioni distribuite in diverse zone del paese. Entrano in azione in caso di necessità, in piccole squadre da 5/6 elementi che si paracadutano dagli aerei oppure gruppi di massimo 20 persone si calano dagli elicotteri.
Giunti sul posto di norma si accampano per organizzare la resistenza al fuoco; costruiscono quindi con quanto trovano nei boschi tutto l’occorrente, dai sostegni per le tende, ai tavoli e le panche. Hanno una tale conoscenza dell’ambiente naturale e del territorio in questione, da sopperire egregiamente allo scarso equipaggiamento a loro disposizione.
Di norma la tecnica d’intervento impiegata prevede l‘accensione di un fuoco di contrasto, alimentato con pezzi di corteccia. Aprono in sostanza un fronte artificiale di fuoco che sottrae nutrimento all’incendio originario frenandone l’avanzata. Mentre intervengono con getti d’acqua su un fronte, dall’altro aprono un corridoio antifiamme di circa 4 metri, abbattendo gli alberi presenti e scavando una vera e propria trincea, profonda circa mezzo metro.
Come hanno spesso puntualizzato gli addetti ai lavori interpellati sulla natura così estrema di questi interventi, tutti gli incendi devono essere fermati, quindi messi sotto controllo, anche se non tutti possono essere spenti. Talvolta a fronte della gravità della situazione e insieme dell’inaccessibilità del territorio non si può fare altro che lasciare che un incendio, come manifestazione naturale, segua un suo cammino, contenendo ovviamente i rischi di propagazione e lavorando per mettere sotto controllo le fiamme.
Animati da una profonda motivazione per il proprio lavoro e da una grande passione per la natura gli smokejumpers sono un corpo dalle caratteristiche assolutamente straordinarie, capaci di sfidare la morte senza esitazione, per salvaguardare la vita.