L’incendio sulla linea 2 della metropolitana di Parigi
Firewall racconta i grandi incendi della storia: tragedie che hanno portato morte e distruzione, causate dall’intervento umano, da eventi naturali o dal caso. L’incendio scoppiato nel 1903 alla stazione di Couronnes, nella metropolitana di Parigi, ha causato moltissime vittime.
La metropolitana di Parigi
Con le sue 308 stazioni, oltre 220 km di binari e circa 4 milioni e mezzo di passeggeri al giorno, la metropolitana di Parigi è la quarta in Europa per estensione, dopo Londra, Mosca e Madrid.
È anche tra le più antiche: è stata inaugurata nel 1900, in previsione dell’arrivo, da tutto il mondo, di visitatori e spettatori per la grande Esposizione universale e per la seconda edizione dei moderni Giochi Olimpici, che si tennero il medesimo anno.
Inizialmente si chiamava Chemin de Fer Métropolitain, poi abbreviata semplicemente in Métropolitain e infine in Métro, com’è conosciuta oggi. All’entrata di alcune delle stazioni storiche si trovano ancora le meravigliose insegne in stile Art Nouveau che riportano talvolta l’una e talvolta l’altra abbreviazione.
Le prime cinque linee aprirono tra il 1900 e il 1909. La linea 2, quella che passa per la stazione di Couronnes, dove si svolsero i terribili fatti che andremo a raccontare, fu completata nel 1903.
L’incendio
Il 10 agosto del 1903, nell’ora di punta, alle 18.53, alla fermata di Barbès un treno iniziò a prendere fuoco. La causa fu un cortocircuito nel cablaggio che alimentava uno dei motori di trazione. I vagoni furono evacuati e le fiamme domate. Per evitare intoppi alla linea, il treno ormai vuoto venne agganciato a quello successivo. Questo, dopo essere stato a sua volta svuotato dei passeggeri, lo avrebbe spinto fino al capolinea. Mentre il lungo convoglio passava per la stazione di Ménilmontant, tuttavia, il fuoco riprese a divampare e i due treni dovettero fermarsi di nuovo per far intervenire i soccorsi.
Nel frattempo un altro treno, sul quale si trovavano anche molti dei passeggeri fatti scendere in precedenza, stava transitando nella stessa direzione ma il macchinista, appena seppe dell’incendio, decise di fermarsi alla stazione prima di Ménilmontant, cioè Couronnes. Anche in questo caso le persone vennero fatte scendere, con l’avvertimento di uscire il prima possibile dalla stazione.
Visti i disagi, però, invece di andarsene molti iniziarono a protestare, chiedendo il rimborso dei biglietti.
Il fumo sprigionatosi dall’incendio a Ménilmontant intanto si era infilato lungo i tunnel e in breve invase anche la stazione di Couronnes. Per evitare un ulteriore propagarsi delle fiamme, il personale della metropolitana staccò la corrente e questo causò il caos. A Couronne, con le banchine ancora piene di persone, nel buio più completo e con l’aria irrespirabile, i passeggeri scapparono verso la direzione contraria rispetto a quella da dove arrivava il fumo. In quella zona, disgraziatamente, non c’erano uscite.
Quando arrivarono i pompieri, trovarono decine di vittime. I morti furono in totale 84, tutti per asfissia.75 a Couronnes, 7 a Ménilmontant e 2 lungo i tunnel.
Dopo la tragedia
Le autorità intrapresero delle indagini per capire la dinamica dell’evento. Queste portarono alla luce una serie di disattenzioni e di malfunzionamenti dei convogli, oltre che in gravi problematiche nella progettazione stessa della linea metropolitana.
Ecco alcuni tra i provvedimenti presi dopo l’incidente:
- fino a quel momento i treni usati per le linee sotterranee erano gli stessi usati in superficie. Avevano una struttura in legno e le componenti elettriche erano a stretto contatto con questo materiale. Come prima cosa i tecnici rivestirono in metallo le parti in legno dei vagoni. A partire dal 1906, tutta la struttura dei convogli fu realizzata in metallo;
- l’impianto elettrico della metropolitana aveva una sola linea, che serviva sia per l’illuminazione che per la locomozione dei treni. Si decise quindi di separare le linee;
- furono aggiunte ulteriori uscite di sicurezza per rendere più agevole il deflusso dei passeggeri in caso di emergenza.