L’incendio del Teatro dell’Opera di Nizza nel 1881
L’incendio del Teatro dell’Opera di Nizza, avvenuto il 23 marzo 1881, è un evento che ha segnato profondamente la città e rappresenta uno dei capitoli più drammatici nella storia dei teatri francesi.
Indice
Il Teatro dell’Opera di Nizza
Nel 1827 fu inaugurato a Nizza il Teatro Reale. Costruito dopo la demolizione di una precedente sala teatrale, fu progettato dall’architetto e ingegnere italiano Benedetto Brunati. All’epoca, infatti, Nizza faceva parte del Regno di Sardegna, del quale, qualche decennio dopo, l’architetto sarebbe diventato parlamentare.
Per la struttura e la facciata, Brunati puntò sullo stile neoclassico e si ispirò al Teatro San Carlo di Napoli.
Il teatro presentava un ampio parterre senza posti a sedere ma con diversi livelli di palchi, per una capienza totale di circa 1000 persone. Il grande sipario fu dipinto dall’artista italiano Giovanni Battista Biscarra.
Ribattezzato Teatro Imperiale con l’avvento del Secondo Impero, instaurato nel 1852 da Napoleone III, nel 1871 diventò il teatro comunale di Nizza, e lo rimase per altri 10 anni, fino al grande incendio del 1881.
L’incendio del Teatro dell’Opera di Nizza
Il 23 marzo del 1881 era un mercoledì. Quella sera andava in scena la prima dell’opera Lucie de Lammermoor, versione francese della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti (presentata per la prima volta proprio al San Carlo di Napoli nel 1835).
Stava per iniziare il primo atto quando si verificò un esplosione dietro le quinte. Si trattava probabilmente di gas, che veniva usato per l’illuminazione della sala e della scena.
In pochi istanti, i numerosi elementi scenografici presenti sul palcoscenico (principalmente legno e tessuti, quindi infiammabili) iniziarono a prendere fuoco, il tutto nel buio generale, visto che le luci a gas erano saltate.
Il pubblico — composto soprattutto da persone della classe media e operai — entrò ovviamente nel panico più totale. La gente si precipitava verso le uscite, e diverse decine di persone furono uccise schiacciate dalla folla. Il caos impedì a molti la fuga e le cronache dell’epoca raccontano di lotte furibonde per farsi largo e conquistare la salvezza.
Il panico e le vittime
Nella galleria superiore, occupata dalle persone meno abbienti, la situazione fu addirittura peggiore: per uscire c’era una sola porta, per raggiungere la quale bisognava scendere due rampe di scale. Moltissimi rimasero feriti o uccisi nel tentativo di fuga, mentre le urla di donne e bambini si sentivano fino in strada.
Tra i musicisti dell’orchestra e gli attori, qualcuno riuscì a scappare. Molti, tuttavia, rimasero ustionati e qualcuno perse la vita. La protagonista dell’opera, la soprano francese Bianca Donadio, si salvò miracolosamente e rimase illesa. Dopo la tragedia si ritirò per sempre dalle scene.
Appena fu dato l’allarme, un distaccamento di marinai del vicino porto di Nizza arrivò in soccorso. Gli uomini aiutarono a salvare molte vite.
Dopo appena un’ora dall’inizio dell’incendio, però, era praticamente bruciato tutto. L’interno andò completamente in cenere, il tetto crollò e del teatro rimasero solo le mura. Quando ci fu modo di entrare, furono recuperati (nel corso di diverse settimane) più di 200 cadaveri. Tra questi, i corpi di molti artigiani italiani che stavano lavorando dietro le quinte.
La ricostruzione dopo la tragedia
Nel 1882, un anno dopo il terribile incidente, la città decise di ricostruire il teatro. Il progetto fu affidato a François Aune, allievo di Gustave Eiffel. I lavori andarono avanti per tre anni e il nuovo teatro — oggi ancora in piedi — aprì nel febbraio del 1885 con la rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi.
L’esterno dell’edificio è in stile eclettico, mentre l’interno è più ampio rispetto al vecchio teatro.
Dal 1902 si chiama Teatro dell’Opera di Nizza.
Per commemorare le vittime dell’incendio, un monumento a forma di piramide è stato eretto all’ingresso del cimitero del Château di Nizza.