Le porte tagliafuoco
La lotta agli incendi negli edifici è una storia di continue evoluzioni. Materiali che resistono alle fiamme, tecniche di costruzione che mettono in primo piano la sicurezza, scale antincendio, estintori, vernici ignifughe… Ma ovviamente dai luoghi bisogna anche poter uscire, possibilmente arrestando l’avanzata del rogo, ed ecco quindi le porte tagliafuoco.
Indice
Cosa sono le porte tagliafuoco
Si tratta di porte particolari in grado di contenere le fiamme, dunque utili quando scoppia un incendio, in quanto sono in grado di bloccare temporaneamente la diffusione del fuoco. Rientrano nel novero dei cosiddetti dispositivi passivi, cioè quegli strumenti che rallentano l’incendio e agevolano la messa in salvo di persone e cose. Tra di essi troviamo i materiali incombustibili, i sistemi di ventilazione, le vernici ignifughe e intumescenti, la distanza di sicurezza tra le strutture.
Le porte tagliafuoco sono composte da materiali (acciaio, gesso, vetro, strati di vermiculite e legno) in grado di isolare per un certo tempo fiamme, fumo e gas surriscaldati ed evitare che si diffondano nei locali vicini.
Lungo i bordi presentano dei sigilli testati per incendi, che possono essere da costituiti da strisce di intumescenza (che si espande con il calore), strisce in neoprene, guarnizioni che impediscono il passaggio del fumo.
L’uso di questo dispositivo è obbligatorio in tutti quei luoghi pubblici o aperti al pubblico per i quali è necessario il rilascio del Certificato di prevenzione incendi (CPI). Quindi ospedali, scuole, banche, cinema, fiere, centri convegni…
La sigla REI nelle porte tagliafuoco
L’acronimo REI identifica i 3 parametri fondamentali della classe di resistenza al fuoco delle misure antincendio:
- R indica la resistenza meccanica e la stabilità statica della struttura;
- E l’ermeticità, la capacità di trattenere fiamme, vapori o gas caldi;.
- I l’isolamento termico ovvero la capacità di ridurre la trasmissione del calore.
La sigla è seguita da un numero (30, 60, 90, 120, 180) che rappresenta i minuti per i quali il dispositivo può garantire le suddette prestazioni. Quindi un REI 30 può resistere almeno 30 minuti, un REI 60 per un’ora, e così via.
La sigla REI è dunque fondamentale per le porte tagliafuoco (anche se la R, che indica la capacità portante, non è effettivamente necessaria, e talvolta si parla di EI). Queste vengono comunemente chiamate anche porte REI. Devono essere omologate, vanno certificate dopo una corretta installazione e necessitano periodiche ispezioni per controllarne lo stato.
In base alle normative, ci sono ambienti che richiedono obbligatoriamente porte REI 30, altri che esigono di durate maggiori.
Le tipologie di porte tagliafuoco
Esistono diversi formati e materiali, in base all’assetto e alla tipologia dei luoghi in cui vengono installate:
- a singolo o doppio battente (apertura in entrambi i sensi);
- scorrevoli (in orizzontale o verticale);
- standard (con apertura in una sola direzione);
- basculanti;
- portelli di ispezione (sia verticali che orizzontali), anche a ghigliottina.
Le porte tagliafuoco scorrevoli orizzontali, ad esempio, sono adoperate nei capannoni industriali e nei laboratori. Sono in grado di chiudere anche grandi passaggi, dove transitano mezzi ingombranti.
Le classiche porte a battente (singolo o doppio), con o senza maniglione antipanico, sono quelle che tutti abbiamo visto nei centri commerciali, negli ospedali, negli alberghi o negli uffici pubblici. Quelle a scorrimento verticale sono usate nei garage o nei depositi.
Per quanto riguarda i materiali, la maggior parte di tali porte è in metallo, ma ne esistono anche di prodotte in legno, vetro o pvc. Quelle in legno sono impiegate principalmente nel settore dell’ospitalità, quindi hotel e ristoranti.
Le porte tagliafuoco si possono ovviamente verniciare per motivi estetici, ma vanno usate vernici ignifughe in modo che il dispositivo resti a norma.