La storia del Battaglione Santa Barbara
Era il 26 agosto del 1942 quando l’allora direttore generale dei Vigili del Fuoco, Alberto Giombini, contattò in via confidenziale i comandanti di tutti i corpi italiani dei pompieri. Giombini chiese loro di inviargli al più presto delle liste di volontari per un nuovo battaglione speciale. Si chiamava Battaglione Santa Barbara, e avrebbe dovuto invadere l’isola di Malta.
Si trattava di un’operazione segreta che però restò spesso fuori dai libri di storia in quanto, quasi all’ultimo, i vertici decisero di annullarla.
Perché invadere Malta?
Nel 1942 il mondo intero era nel pieno della Seconda guerra mondiale. I combattimenti procedevano su molteplici fronti: sul Pacifico, in Nord-Africa e in Europa orientale. Intanto le forze alleate preparavano i piani per la riconquista dell’Europa occidentale.
In questo scenario, l’isola di Malta, nel bel mezzo del Mediterraneo, era considerata un punto strategico importantissimo da entrambi gli schieramenti protagonisti del conflitto.
All’epoca Malta faceva parte del dominio britannico ed era una base aerea essenziale per le truppe aeree alleate. Queste infatti decollavano da lì per attaccare via aria i convogli navali italiani e tedeschi che si muovevano tra l’Italia e la Libia. Per gli inglesi era dunque cruciale mantenerne il controllo. Lo stesso presidente britannico Churchill definiva l’isola come «una portaerei inaffondabile».
Fascisti e nazisti, invece, miravano a impossessarsene per controllare l’intera area e il corridoio marittimo tra la Sicilia e la Libia. Mussolini, inoltre, ambiva a rendere Malta una provincia italiana, con il supporto dei molti irredentisti anti-britannici che popolavano l’isola.
Tra il 1940 e i 1942 le forze aeree dell’Asse italo-tedesco tentarono — senza grande successo — di indebolire l’esercito inglese con una massiccia campagna di bombardamenti (ben 3000 missioni). L’intenzione era quella di sferrare poi il colpo finale con un attacco anfibio.
Fu questo il motivo che spinse Mussolini e Hitler a progettare un piano di invasione via mare.
L’Operazione C3
Col nome in codice di Operazione C3, la Regia Marina italiana pianificò la mastodontica missione, a cui dovevano partecipare più di 62mila uomini, tra avieri, paracadutisti, fanti e marinai. Il progetto vedeva il coinvolgimento di 33 navi, e poi alianti tedeschi e ben 1500 aerei, tra quelli della Regia Aeronautica e della Luftwaffe.
Essendo però Malta caratterizzata da coste molto alte e accidentate (è una vera e propria fortezza naturale), c’era bisogno di far arrivare i soldati oltre le scogliere. È a questo punto che i Vigili del Fuoco dovevano intervenire.
Secondo i piani, infatti, lo sbarco dei soldati dell’Asse sull’isola sarebbe dovuto avvenire per mezzo delle lunghe scale dei pompieri. Queste avrebbero dovuto essere montate su delle navi posamine, così da formare dei veri e propri ponti per far salire gli uomini.
Il progetto definitivo era pronto già a maggio 1942. Le truppe sarebbero dovute entrare in azione in giugno. Tuttavia, a causa di altre priorità belliche, tedeschi e italiani accantonarono temporaneamente il piano, con l’idea di rimandare le azioni all’autunno successivo.
Il Battaglione Santa Barbara
Nell’ottobre del 1942 i Vigili del Fuoco volontari scelti dai rispettivi comandanti per l’operazione C3 arrivarono a Roma. Si conosce molto poco di quello che successe a quel punto. Non è nemmeno chiaro se i pompieri avrebbero dovuto soltanto aiutare nell’operazione di conquista di Malta o anche combattere.
Quel che è certo è che nel novembre del ’42, con la definitiva vittoria delle forze alleate ad El Alamein, in Egitto, l’operazione venne definitivamente cancellata.
A quel punto, il Battaglione Santa Barbara venne diviso. Furono costituite 5 Centurie, formate da 120 uomini ciascuna. Queste si recarono nelle città italiane più colpite dai bombardamenti a fare da rinforzo ai Vigili del Fuoco locali nel salvataggio e nel soccorso della popolazione.
Il Battaglione venne definitivamente sciolto a dicembre dello stesso anno e chi ne aveva fatto parte ricevette dei premi in denaro e degli attestati (uno di questi è oggi esposto presso il Museo storico dei Vigili del Fuoco di Roma ad Ostiense).
«La vita del Battaglione Speciale Vigili del Fuoco, meglio conosciuto come Battaglione Santa Barbara» si legge sul sito del museo, «si consumò quindi nel breve ma intenso periodo che andò dall’8 novembre al 15 dicembre 1942. Ma i suoi componenti furono protagonisti di eroiche imprese di salvataggio e soccorso durante i difficili mesi nel corso dei quali le città italiane furono pesantemente bombardate».