Incidente ferroviario di Baschi
Firewall racconta i grandi incendi della storia: tragedie che hanno portato morte e distruzione, generate da eventi naturali, dal caso o dall’intervento umano. Fu un errore umano a causare il 13 giugno 1945 l’incidente ferroviario di Baschi, noto anche come sciagura ferroviaria di Orvieto: lo scontro tra un treno passeggeri e un treno merci carico di carburante, che si incendiò causando almeno 70 morti.
BASCHI
Baschi è un piccolo comune in provincia di Terni, al confine tra Umbria e Terni. Negli anni Quaranta era abitato da circa 4.300 persone. Fino al 2011, Baschi era servito dalla linea ferroviaria Firenze-Roma, detta anche la “Linea lenta”, che fermava presso la locale stazione ferroviaria. Nel dicembre del 2011, la stazione è stata soppressa; la più vicina è attualmente quella di Orvieto.
L’INCIDENTE FERROVIARIO DI BASCHI
La linea ferroviaria Firenze-Roma era a binario unico. Il 13 giugno 1945, il treno merci 5641 proveniente da Chiusi a Nord era fermo come da programma alla stazione di Baschi, in attesa che arrivasse da sud il treno passeggeri 5646.
Il treno merci 5641 era composto da 19 o 20 carri, di cui 15 carichi di carburante e merci e i restanti pieni di militari alleati e italiani. Il treno passeggeri 5646 trasportava principalmente soldati italiani e 4 inglesi, che facevano ritorno dalla Germania dove erano stati in prigionia durante la Seconda guerra mondiale.
Il capostazione di Baschi fece cenno al macchinista del treno merci di avanzare lentamente, per sgomberare il binario di accesso alla stazione. Il macchinista, anche a causa del vociare dei militari, interpretò invece il suo gesto come un segnale di via libera e procedette quindi spedito verso sud. Dopo circa 2 chilometri, sotto l’abitato di Baschi, alle ore 21.30 circa avvenne la collisione con il treno passeggeri che proveniva dalla direzione inversa.
L’impatto tra i 2 treni fu violentissimo, nonostante l’estremo tentativo dei macchinisti di frenare le locomotive: 12 vagoni deragliarono, i fusti di carburante si rovesciarono e presero fuoco, incendiando entrambi i convogli. “Avveniva una serie di paurose esplosioni e ben presto il luogo delle scontro si trasformava in una bolgia di fuoco”, scrisse Il Tempo.
Dopo lo scontro, giunsero sul posto due treni-attrezzi e un treno-ospedale. Per la gravità del disastro si recò a Baschi anche il ministro dei Trasporti Francesco Cerabona. Per le fiamme non fu possibile determinare il numero esatto delle vittime: vennero riconosciuti i corpi di 70 persone, quasi tutte carbonizzate, mentre un centinaio di feriti venne portato all’ospedale di Orvieto. La linea Firenze-Roma rimase bloccata per circa due giorni e il traffico provvisoriamente deviato.
L’incidente ferroviario di Baschi è, a tutt’oggi, uno dei più gravi incidenti ferroviari in Italia.