Il salvataggio della Sindone di Torino
Nella primavera del 1997 un incendio minacciò una delle più eccezionali e controverse reliquie religiose della storia e bisogna ringraziare i Vigili del Fuoco per il salvataggio della Sindone di Torino.
Cos’è la Sindone?
Una sindone — dall’ebraico sādin, cioè panno di lino — è un drappo col quale nell’antichità gli ebrei usavano fasciare i cadaveri in vista della sepoltura. Il termine è tuttavia ormai diventato sinonimo della cosiddetta Sacra Sindone (o Santa Sindone), che molti ritengono abbia avvolto il corpo di Gesù.
Oggi conservata a Torino, dove è arrivata nel ‘500, la Sindone è un lenzuolo color giallo ocra, appunto di lino, e vi è impressa l’immagine di una figura umana che presenta numerose ferite. Queste sono state ritenute compatibili alle torture inflitte al Cristo raccontate nei Vangeli.
Nel corso dei decenni, anche grazie al progredire delle conoscenze e delle tecnologie, sono stati eseguiti numerosi esami per verificare l’autenticità del reperto. Alcuni di essi datano il telo in un periodo che va dal 1260 al 1390, ma ci sono studiosi che contestano tali risultati. Oltre ai teologi, si sono applicati allo studio della Sindone scienziati di ogni tipo — chimici, fisici, anatomisti, criminologi. C’è anche un branca apposita — la sindonologia — ma dai più non è ritenuta una vera scienza.
Qualunque sia la verità, il mistero ha affascinato generazioni e generazioni di fedeli e non solo. Eppure, nel corso della sua lunga storia (che inizia sicuramente almeno nel 1353, l’anno in cui se ne hanno le prime testimonianze), la Sindone ha rischiato più volte di essere distrutta.
L’incendio di Chambéry del 1532
Nel ‘300 la Sindone appare per la prima volta nei documenti storici quando un cavaliere francese, tale Goffredo di Charny, la dona a una chiesa che lui stesso ha fatto costruire a Lirey, poco più di 160km a Sud-Est di Parigi. Lì la reliquia sarebbe rimasta fino a circa il 1418, per poi viaggiare per l’Europa e arrivare, infine, nella mani della famiglia Savoia.
I Savoia la portano a Chambéry, sempre in Francia, e nei primi del ‘500 fanno costruire una cappella per conservarla. Nella notte tra 3 e il 4 dicembre del 1532, però, scoppia un incendio e il drappo sacro va a fuoco. Un gruppo di persone riesce tuttavia a portarla fuori e a spegnere le fiamme. La Sindone subisce molti danni, ma un gruppo di suore interviene per ripararla, rappezzando le parti mancanti e attaccando il lenzuolo originale a una tela che fa da rinforzo.
È in questo stato che giunge poi a Torino nel 1578.
L’incendio del Duomo di Torino del 1997
Un venerdì notte, tra l’11 e il 12 aprile del 1997, scoppia un incendio nella Cappella del Guarini, detta anche Cappella della Sindone, fatta appositamente costruire nel ‘600 nel Duomo di Torino. Le fiamme vengono segnalate da alcuni passanti intorno alle 23,30, quando il fuoco cinge il tamburo della cupola. Il rischio che la Sindone venga bruciata è altissimo.
Rapidissimamente i Vigili del Fuoco (150 uomini con 20 mezzi) accerchiano gli edifici compromessi, salgono sui tetti e cercano di arginare le fiamme. Fanno di tutto per proteggere la teca antiproiettile e antisfondamento dove è riposta la Sindone. Nonostante questo, il fuoco avanza e il pericolo di crollo è imminente. Si decide di provare a rompere la teca per portare in salvo il sudario. A farlo è il pompiere Mario Trematore, che a colpi di mazza riesce a sfondare il vetro speciale.
Sono state fatte molte perizie per capire le cause dell’incendio del 1997. Le ipotesi formulate andavano dall’incidente all’atto doloso di un piromane.
Nel 2004 l’indagine, giunta a conclusione, ha stabilito che non c’è stato dolo. Si è trattato, invece, di serie di sfortunati eventi: un probabile cortocircuito, una certa l’imprudenza da parte delle imprese edili che stavano ristrutturando la cappella del Guarini, e il ritardo nella segnalazione dell’incendio.
Da quell’incendio, la Sindone è stata esposta al pubblico (il termine che si usa è ostensione) in rare occasioni: nel 1998, nel 2000, nel 2010 (dopo un restauro avvenuto nel 2002), nel 2013 (ma solo in tv), nel 2015 e nel 2020 (in tv).