I colori del fuoco e del fumo
A chi sa come “leggerlo”, il fuoco racconta qualcosa. Cosa sta bruciando, a che temperature, a che punto è un incendio: sono informazioni che possono essere in parte dedotte dagli elementi più evidenti di un rogo, e cioè appunto le fiamme e le emissioni gassose, che “dicono” qualcosa anche attraverso i colori del fuoco e del fumo.
Per i Vigili del Fuoco è importantissimo riuscire a interpretare i segnali, così da poter mettere in atto la strategia più adatta e scongiurare quanto possibile i rischi sempre in agguato.
Ci sono molte variabili in gioco, ma i principali elementi cui tener conto sono:
- il fumo (colore, densità, volume, posizionamento, “pulsazioni”);
- le correnti d’aria (velocità, direzione, eventuali turbolenze, fischi);
- il calore (oscuramento delle finestre, presenza o meno di fiamme, raggrinzimento e formazione di bolle, aumento improvviso del calore);
- le fiamme (colore, volume, localizzazione).
Dunque fumo, aria, calore e fiamme, che formano l’acronimo FACF, protocollo che serve a stimare il livello di rischio e dunque la più efficace modalità d’azione.
Il colore del fumo
Il colore e la densità del fumo variano in base ai materiali che stanno bruciando, ma dipendono anche dalla quantità di ossigeno presente.
Generalmente si associa una particolare tinta ai seguenti combustibili:
- bianco: fosforo, paglia;
- giallo/marrone: nitrocellulosa, polvere da sparo, acido nitrico, zolfo, acido solforico;
- grigio/marrone: carta, legno, stoffa;
- marrone: olio da cucina;
- marrone/nero: nafta, diluente per vernici;
- nero: benzina, carbone, catrame, plastica, cherosene, olio lubrificante;
- viola: iodio.
Il colore del fuoco
Anche colore e gradazione delle fiamme sono importanti per capire cosa stia bruciando, e come.
Tuttavia non esistono regole fisse, perché la medesima sostanza può produrre fiamme di tinte differenti in base alla quantità di ossigeno e alla presenza di altri elementi che partecipano alla combustione.
Chi ha studiato chimica saprà che alcuni elementi chimici producono fiamme di colori ben precisi: gialle il sodio, rosa il potassio, verdi il bario, azzurre il metano, mentre quelle delle idrogeno puro sono invisibili perché la luce emessa è ultravioletta e non possiamo percepirla a occhio nudo.
Durante un incendio è fondamentale osservare i mutamenti cromatici delle fiamme, così da comprendere cosa sta succedendo e come muoversi di conseguenza.
Generalmente il colore cambia gradualmente, dall’infrarosso all’ultravioletto, man mano che la temperatura aumenta.
Nella scala cromatica all’amaranto pallido corrisponde la minima energia e temperatura mentre all’azzurro\blu-viola la massima energia e temperatura.
I Vigili del Fuoco utilizzano la seguente tabella:
- amaranto pallido: 480 °C;
- amaranto: 525 °C;
- rosso sangue: 585 °C;
- rosso scuro: 635 °C;
- rosso: 675 °C;
- rosso chiaro: 740 °C;
- rosso pallido: 845 °C;
- rosa: 900 °C;
- arancione: 940 °C;
- giallo: 995 °C;
- giallo pallido: 1080 °C;
- bianco: 1205 °C;
- azzurro\blu-viola: 1400 °C.
Per quanto spaventose, le fiamme possono anche essere magiche e meravigliose, come dimostra il seguente video, The Beauty of Flames, realizzato dalla piattaforma online Envisioning Chemistry, nata per mostrare le bellezza della chimica.