Gli uccelli piromani australiani
La cosmogonia degli aborigeni australiani affonda le sue radici nel tempo (i ricercatori parlano di miti che si tramandano, in alcuni casi, da addirittura 40.000 anni) ed è talmente ricca di storie e di personaggi che gli antropologi la paragonano a quella degli antichi greci. Tra le numerose narrazioni compaiono spesso uccelli in grado, secondo alcuni racconti, di trasportare e utilizzare il fuoco. In realtà non di sole leggende si tratta perché negli ultimi anni potremmo aver scoperto davvero l’esistenza degli uccelli piromani australiani.
Il corvo, involontario Prometeo
Il popolo dei Wurundjeri, che abita nella costa sud-orientale del paese, attorno a Melbourne, crede che sarebbe stato il corvo (Waa) ad aver avuto un ruolo fondamentale nel portare il fuoco agli uomini. Ci sono molte versioni di questa storia ma la più comune narra che durante quello che gli aborigeni chiamano Tempo del Sogno — cioè l’epoca precedente alla creazione del mondo — c’erano sette sorelle che gelosamente custodivano il segreto del fuoco.
Un corvo, per caso, un giorno assaggiò un pezzetto di igname cotto (l’igname è un tubero simile alla patata) e si accorse di come fosse più buono di quello crudo. Le sorelle, però, si rifiutarono di condividere con lui il mistero della fiamma, così l’uccello giocò d’astuzia, nascondendo dei serpenti in un formicaio e rivelando alle donne quanto le larve di formica fossero ben più gustose dei tuberi. Giunte sul posto con dei bastoni sui quali erano attaccati dei carboni ardenti, le sorelle furono attaccate dai serpenti, i carboni volarono via e il corvo ne raccolse un po’.
Bunjil, uccello-dio della cultura aborigena, vide la scena e chiese al corvo il fuoco per cucinare un opossum ma il corvo, per difendere il segreto, propose di cuocerlo lui stesso. Nel frattempo, però, in molti si radunarono lì attorno chiedendo anche loro i carboni ardenti. Il corvo infine scappò, i carboni causarono un incendio che annerì le sue penne per sempre ma da quel giorno gli uomini ebbero il dono del fuoco.
Non solo leggende: i rapaci piromani
Visto che attraverso la mitologia l’uomo tenta di spiegare i misteri della natura, alcune leggende hanno un fondamento di verità. Da decenni, infatti, si parla di alcune specie di rapaci avvistate nei pressi degli incendi boschivi, intente a prendere rametti ardenti col becco o con le zampe per poi portarli in aree piene di vegetazione secca, scatenando ulteriori incendi per far uscire le prede — soprattutto serpenti e piccoli roditori — e poi comodamente attenderle per attaccarle.
Nel 2017 una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista accademica Journal of Ethnobiology ha raccolto numerose testimonianze arrivando alla conclusione che, sebbene non ci siano ancora prove certe, è probabile che almeno tre specie — il nibbio bruno (Milvus migrans), il nibbio fischiatore (Haliastur sphenurus) e il falco bruno (Falco berigora) — siano in grado di utilizzare il fuoco per cacciare, capacità che finora si credeva peculiare dell’uomo.
Con i recenti, tragici incendi che hanno devastato l’Australia, lo studio del 2017 è ritornato in auge e ulteriori ricerche sono in corso.