Gli incendi della storia tra le opere del MET
Il Metropolitan Museum of Art di New York, meglio conosciuto col nomignolo amichevole di MET, è uno dei più importanti musei del mondo. Inaugurato nel 1872, è un tempio della cultura mondiale. La sua collezione permanente — che va dall’arte antica a quella risalente agli inizi del ‘900 — consta di oltre 2 milioni di pezzi. Ovviamente la maggior parte di essi non è visibile al pubblico e giace negli archivi del museo. Da qualche anno, tuttavia, gran parte delle opere è stata digitalizzata e la collezione si può esplorare comodamente online. Tra le tante “perle” poco conosciute in cui è possibile imbattersi, ce ne sono diverse che hanno a che fare con il fuoco. Si tratta di materiale particolarmente interessante perché — prima dell’avvento della fotografia — le testimonianze dei terribili incendi della storia e dei modi per combatterli le abbiamo solo grazie ai documenti scritti e, soprattutto, alle arti visive. Non solo dipinti, ma anche incisioni, disegni, vignette satiriche. Ecco quindi una carrellata di opere d’arte che si possono trovare negli archivi del MET.
Indice
- Uno dei più antichi incendi della storia: quello di Troia
- Un carro dei pompieri del ‘700 in una stampa satirica
- Il rogo del 1789 a San Marcuola, Venezia
- L’incendio del vaporetto a pale Henry Clay nel 1852
- L’incendio al municipio di New York del 1858
- Un altro dei grandi incendi della storia: la caduta di Richmond, in Virginia, durante la Guerra Civile Americana
- Come si spegnevano gli incendi nell’800, mostrato da un dipinto
- Un pompiere giapponese in una silografia del 1886
- Un carro dei pompieri nel Messico di fine XIX secolo
- Una vignetta satirica dell’800
- Le carte da collezione delle sigarette
Uno dei più antichi incendi della storia: quello di Troia
Un disegno realizzato tra il 1624 e il 1663. Attribuito a Francesco Allegrini, rappresenta Enea che porta il vecchio padre Anchise in salvo dall’incendio di Troia.
Secondo la mitologia, Enea era figlio di un mortale, che era appunto Anchise, e della dea Venere. Come raccontò Virgilio in uno dei più grandi poemi epici di sempre — l’Eneide — l’eroe troiano partecipò alla guerra di Troia, che si svolse tra il XIII e il XII secolo a.C.
Quando questa venne distrutta dai greci, Enea scappò in Italia. Secondo la leggenda, Romolo e Remo sarebbero suoi discendenti e dunque le origini di Roma sarebbero semi-divine.
Allegrini, cui è attribuita l’opera, fu un pittore umbro che lavorò principalmente tra Roma e Gubbio, realizzando affreschi nelle chiese e nei palazzi.
Un carro dei pompieri del ‘700 in una stampa satirica
Considerato il padre della satira inglese, William Hogarth realizzò nel 1762, due anni prima della morte, una serie di due incisioni contro la corruzione e le macchinazioni politiche. Queste uscirono solo molto tempo dopo la sua dipartita. Una di esse raffigura la situazione europea dell’epoca. L’incendio che divampa indica la guerra, i palazzi che vanno a fuoco sono le nazioni — la Spagna, la Germania e la Francia. A tentare di domare le fiamme con un’autopompa c’è il re britannico.
Al di là delle simbologie, l’incisione è interessante perché mostra quali fossero effettivamente le tecnologie antincendio del periodo.
Il rogo del 1789 a San Marcuola, Venezia
Tra gli incendi della storia poco conosciuti, seppur drammatici, c’è quello che scoppiò il 28 novembre del 1789 a Venezia. A San Marcuola, nel sestiere di Cannaregio, andò in fiamme un deposito di olî. Fu un incendio drammatico per la città. Circa 60 abitazioni andarono distrutte e oltre un centinaio di persone rimasero senza casa.
Sulla Gazzetta Urbana Veneta del 1 dicembre di quell’anno uscì un articolo che lo definiva come «il più terribile, e rovinoso incendio, che nel presente secolo abbia funestata questa Metropoli».
Il pittore veneziano del ‘700 Francesco Guardi rappresentò l’evento in diverse opere, tra dipinti e disegni. Qui sopra un bozzetto che mostra la gente davanti alle fiamme che inghiottono gli edifici.
L’incendio del vaporetto a pale Henry Clay nel 1852
Costruito nel 1851 e battezzato Henry Clay, appena un anno dopo il varo il vaporetto a pale venne distrutto dalle fiamme. Era il pomeriggio del 28 luglio 1852 e l’imbarcazione navigava sul fiume Hudson. Partita da Albany era diretta New York. Quando era nei pressi di Yonkers, non lontano dall’arrivo, scoppiò un incendio a bordo. I passeggeri si gettarono in acqua per salvarsi, ma molti non riuscirono a sopravvivere. Delle 500 persone a bordo, ne perirono quasi 100.
A raccontare quella tragedia c’è una stampa, litografata dall’editore newyorkese Nathaniel Currier poco dopo la vicenda.
L’incendio al municipio di New York del 1858
Come tutte le grandi metropoli, New York non fu risparmiata dagli incendi della storia. Il più devastante è conosciuto come Il grande incendio di New York del 1835. Ma anche vent’anni dopo, nel 1858, la città dovette assistere impotente al rogo del suo municipio.
Era la notte del 17 agosto e sull’edificio vennero sparati fuochi d’artificio per festeggiare la posa del primo cavo telegrafico transatlantico. Qualche scintilla cadde probabilmente al di sotto della cupola metallica, scatenando le fiamme.
L’editore Currier & Ives, che aveva sede in zona, stampò rapidamente una litografia a colori, che uscì poco dopo il fatto.
Ironia della sorte, anche il cavo si guastò dopo poche settimane. Riparato in seguito all’incendio, il palazzo andò nuovamente in fiamme nel 1917 ma è ancora oggi in piedi.
Un altro dei grandi incendi della storia: la caduta di Richmond, in Virginia, durante la Guerra Civile Americana
Durante la Guerra di secessione americana, Richmond, in Virginia, fu la capitale degli Stati Confederati, cioè quelli che persero il conflitto. Dopo numerosi assalti dell’esercito dell’Unione, le truppe confederate vennero sconfitte la notte del 2 aprile 1865. Jefferson Davis, il presidente confederato, ordinò ai suoi di dare alle fiamme infrastrutture e magazzini. L’incendio, ormai fuori controllo, distrusse parte della città e venne infine spento dagli unionisti.
Nella litografia a colori, prodotta dall’editore Currier & Ives nel medesimo anno, si vedono i roghi e i depositi di munizioni che esplodono, mentre i soldati e gli abitanti di Richmond attraversano il ponte.
Come si spegnevano gli incendi nell’800, mostrato da un dipinto
Opera del pittore americano William P. Chappel, il quadro risale agli anni ’70 dell’800. Mostra una classica scena che poteva verificarsi in caso di incendio in qualunque cittadina statunitense del XIX secolo.
Con la rapida crescita dei centri urbani e con le case realizzate in legno, infatti, i roghi si moltiplicarono. Laddove le nuove tecnologie per combattere le fiamme non erano ancora disponibili, ogni casa doveva avere un secchio antincendio e gli abitanti partecipavano collettivamente alle azioni di spegnimento creando delle “linee d’acqua” per arrivare dalla più vicina fonte idrica al luogo dell’incendio.
Un pompiere giapponese in una silografia del 1886
Con le sue città affollate e le case in legno e carta, il Giappone del XIX secolo era un “paradiso” per gli incendi. I pompieri erano considerati dei grandi eroi. Il loro compito non era di spegnere le fiamme ma di distruggere le strutture interessate così da impedire che il fuoco si propagasse. Ciascuna brigata indossava abiti con disegni specifici e aveva un’insegna — il matoi — che serviva a segnalare il fuoco dentro o vicino a un edificio.
Tsukioka Yoshitoshi, tra i più grandi artisti del cosiddetto periodo Edo, immortalò nel 1886 un pompiere in una stampa. Lo si vede eroicamente davanti alla fiamme, con la luna sullo sfondo, tenere in mano il matoi.
Un carro dei pompieri nel Messico di fine XIX secolo
José Guadalupe Posada fu uno dei più celebri incisori messicani a cavallo tra XIX e XX secolo. Le sue stampe mostravano scene di vite quotidiana o ritratti satirici.
Questa, realizzata tra il 1880 e il 1910, fa vedere come già all’epoca esistessero le autopompe dei Vigili del Fuoco.
Una vignetta satirica dell’800
È un’incisione colorata a mano. L’autore è il disegnatore e caricaturista inglese Thomas Rowlandson, che firmava pungenti ritratti della società della sua epoca.
Nella vignetta si vede una donna dell’alta società che probabilmente si è avvicinata troppo al candelabro. Mentre i suoi capelli vanno a fuoco, servitori e servitrici accorrono per spegnere le fiamme.
Le carte da collezione delle sigarette
Tra il 1875 e gli anni ’40 del ‘900 molte aziende americane del tabacco allegavano ai loro prodotti delle carte da collezione. Le più famose erano quelle dei giocatori di baseball ma ce n’erano di tutti i tipi.
La carta riprodotta qui sopra è una litografia che fa parte della serie “Occupations for women”, cioè “i mestieri per le donne”, data alle stampe dalla Goodwin & Company nel 1887. L’intera serie si può vedere qui, e riproduce donne alle prese con mestieri che all’epoca erano solitamente maschili. Il Vigile del Fuoco era uno di essi.