Dove sono gli incendi in Italia? Una mappa online
Italia a Fuoco è un progetto di “hacking civile” nato dal basso che mostra dove sono gli incendi in Italia.
Oggi, con una pandemia mondiale in corso, cittadini e organizzazioni chiedono a gran voce la trasparenza e la condivisione dei dati. Dietro all’hashtag #datiBeneComune, decine di migliaia di firmatari si battono per avere dal Governo dati aperti. Dati che potrebbero essere utilizzati da ricercatori, media, organizzazioni indipendenti, gruppi di cittadini e dalle stesse pubbliche amministrazioni per la gestione del rischio pandemico.
Quello dell’emergenza-Covid, tuttavia è solo un aspetto di un tema che — più in generale — da anni interessa il rapporto tra istituzioni e attivismo civile dal basso. Sempre di più, in una società che sta velocemente convertendo in digitale la maggior parte delle attività indispensabili al proprio funzionamento, chi controlla i dati controlla anche le informazioni. Per questo motivo, una politica di trasparenza e libero accesso rappresenta un nodo cruciale per l’esercizio della democrazia.
Dove sono gli incendi in Italia? Lo mostra Italia a Fuoco
In tutto il paese esistono gruppi di volontari che, in ogni campo, lavorano e lottano per rendere pubbliche e accessibili le informazioni. Nell’ambito dei dati sugli incendi che ogni anno devastano il nostro territorio, esiste dal 2017 un progetto chiamato Italia a Fuoco.
Si tratta di un’iniziativa no-profit, nata dall’idea di tre “hacker civici”: Matteo Tempestini, Matteo Fortini e Andrea Borruso.
A dare una definizione di hacker civico è lo stesso Tempestini. «Hacker civico è una persona che prova a innescare cambiamento, anche col supporto della tecnologia ma non soltanto», dice.
Matteo Tempestini e Matteo Fortini avevano già messo in piedi, nel 2016, Terremoto Centro Italia, un sito nato per condividere e aggregare informazioni utili e verificate, ufficiali e non, sugli eventi sismici che hanno coinvolto il centro Italia. Borrusso è invece presidente dell’associazione onData, che promuove l’apertura dei dati pubblici per renderli accessibili a tutti.
A che serve, dunque, Italia a Fuoco?
Se i dati sicuramente non spengono gli incendi, averli a disposizione significa possedere un’arma in più per la gestione delle emergenze, per la prevenzione, per la creazione di consapevolezza nei cittadini e ovviamente anche contro la speculazione.
Il sito consiste in una mappa che mostra tutte le notizie relative agli incendi avvenuti in Italia. Ogni inizio anno, dal 2017 in poi, esce una nuova cartina. Questa viene aggiornata ogni sette giorni coi dati forniti dal forniti dal Centro Europeo Copernicus, programma dell’Unione Europea che si occupa di monitorare il clima e l’ambiente.
Attraverso la mappa si possono filtrare gli incendi in base al mese. Ci si rende così conto come ogni estate si viva una vera e propria emergenza, spesso fuori controllo.
Per ciascun marker, inoltre, si può vedere il luogo e la data, mentre un link porta alla notizia (confermata) relativa all’evento.
«Il progetto — sottolineano gli autori — non vuole in alcun modo sostituirsi a fonti istituzionali di informazione a cui rimandiamo caldamente per l’attendibilità. Laddove lo si ritenga utile, è usabile da organizzazioni, associazioni, gruppi informali ed anche pubbliche amministrazioni che avessero bisogno di un servizio per informare su quanto sta avvenendo a seguito degli incendi».