Architettura in legno: in Italia non decolla
Le abitazioni in legno portano a un notevole risparmio energetico ed economico. Si tratta di un materiale naturale, rinnovabile, facilmente reperibile, relativamente economico. Ha notevoli ed eccellenti proprietà isolanti (tre volte superiore alle abitazioni in mattoni e cemento), è eco-sostenibile e può essere riciclato. Un’architettura in legno si costruisce in tempi minori rispetto a quelli impiegati per una struttura equivalente in calcestruzzo e mattoni. E si può modificare in maniera assai più rapida: spostare pareti, aggiungere finestre…
I lati positivi, dunque, sono molti e indubitabili. Ma allora perché in Italia non si costruiscono molte più case in legno?
Indice
I numeri dell’architettura in legno in Italia
Secondo l’ultimo rapporto stilato dal Centro Studi di FederlegnoArredo (si scarica qui in PDF), il settore della bioedilizia e delle architetture in legno è in crescita. Il fatturato del 2020 segna infatti un +3% rispetto all’anno prima, e questo nonostante la pandemia.
Tuttavia i numeri sono ancora molto bassi rispetto all’edilizia tradizionale. Parliamo di poco più di 3000 nuove unità costruite, che equivale al 6% sul totale delle nuove costruzioni.
La diffusione è molto maggiore a Nord. Sempre nel 2020 in testa per numero di unità costruite c’è la Lombardia (204), seguita da Trentino-Alto Adige (140), Veneto (107) ed Emilia-Romagna (94). Anche nel Centro Italia, però, si comincia a puntare sull’edilizia in legno. Le Marche, con 69 unità, sono al quinto posto, e subito dopo c’è la Toscana (46).
Le aziende produttrici, per ora, sono perlopiù di base nelle regioni settentrionali. È il Trentino-Alto Adige a farla da padrone, col 49% della produzione complessiva italiana, che comunque è molto competitiva a livello continentale. L’industria italiana di prefabbricati in legno è quarta in Europa.
I benefici dell’architettura in legno
- Come già accennato, costruire in legno ha un impatto ambientale molto, molto ridotto rispetto all’edilizia tradizionale. Le emissioni di CO2 per la lavorazione del legno e la costruzione sono solitamente compensate dalla crescita degli alberi utilizzati.
- L’isolamento termico è molto più efficiente: i consumi relativi a riscaldamento e raffreddamento sono notevolmente minori (dal 40 al 50%).
- Proprio grazie alle grandi proprietà isolanti del legno, è possibile guadagnare superficie calpestabile, in quanto sono necessarie pareti di minor spessore.
- I tempi di costruzione vanno da 1/3 ad addirittura 1/6 rispetto all’edilizia tradizionale.
- L‘iter burocratico è lo stesso.
- L’assetto interno si può modificare in maniera assai più rapida.
- A livello sismico, la bioedilizia è considerata antisismica, vista le proprietà meccaniche del legno di resistenza, elasticità e capacità di assorbire energia.
- Contrariamente a quanto solitamente si pensi, le case in legno hanno complessivamente una resistenza al fuoco più elevata rispetto a quelle tradizionali. Quando le fiamme aggrediscono il legno, infatti, la combustione interessa inizialmente la parte superficiale, che reagisce sviluppando uno strato carbonioso. Questo funge da barriera che rallenta il progredire delle fiamme. Quindi le caratteristiche meccaniche del legno si conservano più a lungo rispetto ad altri materiali, permettendo l’evacuazione.
Grazie all’uso di vernici ignifughe, come quelle della gamma Firewall di Renner Italia, la resistenza al fuoco è addirittura maggiore. Le loro speciali formulazioni permettono aumentare il cosiddetto valore R.E.I., che definisce la capacità di Resistenza, Tenuta e Isolamento per un dato tempo. Tali vernici agiscono:- riducendo l’emissione di ossigeno (dunque rallentando o bloccando le fiamme);
- formando uno strato di schiuma carboniosa che isola il legno e impedisce l’aumento della temperatura;
- in certe condizioni il film di vernice vetrifica creando uno strato termoisolante;
- infine una struttura in legno solo parzialmente incendiata si può ripristinare in maniera più rapida e semplice rispetto a calcestruzzo o acciaio.
Una questione culturale?
Nonostante la leggera crescita, e malgrado tutti i benefici poc’anzi elencati, gli italiani sembrano non riporre ancora molta fiducia nelle costruzioni in legno.
Da una parte è un problema di costi, ancora relativamente alti, e con pochi incentivi e sgravi fiscali a dare la spinta in questa direzione. Dall’altra è anche una questione culturale.
In Italia il “mattone” è da sempre un bene rifugio e occorrerà un cambio di paradigma — che sarà probabilmente generazionale — per convincere gli italiani a investire in abitazioni in legno.
I giovani, infatti, sono assai più attenti alle tematiche di impatto ambientale ed ecosostenibilità. E probabilmente sarà il settore pubblico — vedi il PNRR, con futuri investimenti in strutture scolastiche in legno — a dare il buon esempio.
In un paese ad alto rischio sismico qual è il nostro, e con un futuro in cui il risparmio energetico sarà fondamentale, puntare sull’architettura in legno appare come il panorama più sensato.