Antincendio nelle scuole italiane: 7 su 10 non sono a norma
Grazie alle politiche di trasparenza delle pubbliche amministrazioni e alla condivisione dei cosiddetti Open Data, conosciamo lo stato dell’arte dell’edilizia scolastica. Ma i dati — forniti dal nuovo Sistema Nazionale dell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica (SNAES) — non sono confortanti. Ciò che risulta è che le norme antincendio nelle scuole italiane sono poco rispettate. Circa il 70% degli edifici scolastici non sarebbe in regola.
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Il PNNR e il grande investimento sulle scuole
Attraverso il tanto discusso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza — meglio conosciuto come PNRR, approvato e varato dall’Italia per rilanciare l’economia dopo il terribile impatto della pandemia — oltre 5 miliardi di Euro sono stati messi a disposizione per l’edilizia scolastica.
Di questi, 3,9 miliardi saranno investiti (e una parte lo è già stata) fino al 2026 per il miglioramento della classe energetica e per l’aumento della sicurezza delle strutture. Il resto dei fondi — circa 1,2 miliardi — sarà invece destinato alla costruzione di nuovi edifici scolastici. Per quanto riguarda questi ultimi, come abbiamo già avuto modo di parlare qui, il Ministro dell’Istruzione dello scorso governo Draghi, Patrizio Bianchi, nominò una squadra di esperti per redigere un documento con alcune linee guida.
Il vero, grande problema, tuttavia, è relativo alla sicurezza delle strutture già esistenti, in particolar modo per ciò che concerne le norme antincendio. La situazione, anche per via dell’età di molte strutture (i due terzi risale a prima del ’76) è a dir poco drammatica, e difficilmente i fondi stanziati saranno sufficienti a risolvere la situazione.
I dati sulla sicurezza antincendio dell’edilizia scolastica italiana
Secondo i numeri riportati dall’Osservatorio sull’edilizia scolastica, che si possono consultare qui e sono aggiornati al 2019, ecco la situazione.
Degli oltre 40.000 edifici attivi:
- appena 15.687 hanno un certificato di agibilità;
- solo 9.824 hanno il C.P.I., il Certificato di Prevenzione Incendi (4.735 gli edifici in cui non è richiesto);
- 31.223 sono in possesso di un Documento di valutazione dei rischi;
- 31.835 hanno un Piano di emergenza.
Dati ancora più aggiornati sono quelli delle Certificazioni e documenti relativi alla sicurezza. Qui gli edifici censiti sono più di 61.000 e risulta che:
- oltre 34.000 di essi sono totalmente sprovvisti di un Certificato di prevenzioni incendi;
- più di 24.000 non hanno una Scia Antincendio;
- circa 8.500 non hanno neppure un piano di evacuazione antincendio.
Il panorama, dunque, non è dei migliori. Tanto che già nel 2019 la Fondazione Agnelli, nel suo Rapporto sull’Edilizia Scolastica, stimò in ben 200 miliardi di Euro il costo necessario a rinnovare gli edifici scolastici del nostro paese. I 5 miliardi del PNRR non sono quindi che dei “bruscolini”.
A quando la messa in regola?
Se ciò che emerge dai dati e dalle indagini è già di per sé sconfortante, c’è da aggiungere anche l’annoso ritardo della politica nell’affrontare tali questioni.
Gli edifici pubblici adibiti all’istruzione dovrebbero sottostare a regole ben precise — tra cui l’uso di vernici ignifughe per strutture ed elementi in legno — ma, come abbiamo visto, in molti casi queste norme non sono poi effettivamente applicate. Tanto che lo scorso dicembre sarebbero dovuti scadere i termini per l’adeguamento alla normativa antincendio, termini già più volte prorogati. Ebbene, nel decreto cosiddetto Milleproroghe, emanato a fine 2022 dal governo Meloni, è stato disposto l’ennesimo rinvio, stavolta al 31 dicembre 2023. Per gli edifici adibiti ad asilo nido, la data è stata fissata addirittura a un anno dopo: dicembre 2024. Ma, vista la situazione, è lecito pensare che il sempre più necessario adeguamento verrà ancora rimandato.