Il futuro sarà dei droni-pompiere?
In varie parti del mondo si stanno sperimentando delle tecniche alternative per la lotta agli incendi. La sicurezza dei Vigili del Fuoco è importante tanto quanto quella delle persone intrappolate dalle fiamme, per questo si è iniziato a studiare l’uso di droni-pompiere, con la funzione di estinguere il rogo, ma non solo.
L’utilizzo di questi dispositivi è già una realtà da tempo. Sono infatti molto utili durante le emergenze, in particolare quando si tratta di incendi boschivi, che tendono a sfuggire rapidamente al controllo.
Cos’è un drone?
La definizione più comune è quella di “velivolo privo di pilota, teleguidato per scopi militari o civili”.
Il termine deriva dall’omonima parola inglese, che indica il fuco, il maschio dell’ape. L’uso originario sembra essere quello militare. «Negli anni ‘30 del secolo scorso la marina britannica aveva sviluppato un bersaglio telecomandato per esercitazioni di tiro derivato dal biplano DH 82 Tiger Moth (“falena tigrata”) e denominato DH 82B Queen Bee (“ape regina”). La marina americana si era basata sul Queen Bee per costruire un proprio modello che in omaggio all’originale aveva chiamato Drone (“fuco”), continuando così il tema entomologico» segnala infatti il blog Terminologia etc.
Se drone è ormai diventata una parola di uso comune, in ambito professionale e specialistico si preferiscono altri termini. Sono solitamente acronimi di origine anglosassone: RPA (Remotely Piloted Aircraft), RPV (Remotely Piloted Vehicle), ROA (Remotely Operated Aircraft), UAV (Unmanned Aerial Vehicle), UVS (Unmanned Vehicle System) e UAS (Unmanned Aircraft Systems). In Italia si usano soprattutto questi ultimi due, adoperati anche dall’ENAC.
Come vengono utilizzati i droni-pompiere?
I droni offrono una vista dall’alto e possono aiutare a determinare come si sposta il fuoco, ma non solo.
Ecco altre funzioni importantissime.
- Raccogliere informazioni utili in poco tempo. Questo consente ai pompieri di decidere quante e quali risorse operative inviare, e dove, durante l’emergenza. Ci sono droni con sensori termici che utilizzano gli infrarossi per trovare esseri umani o fonti di calore, come i focolai.
- Monitorare la situazione nelle zone critiche. Se dovessero esserci Vigili del Fuoco in difficoltà, con le immagini inviate dagli UVS è possibile intervenire tempestivamente. In questo modo si possono trarre in salvo gli uomini mandando squadre di soccorso o dando loro indicazioni utili su come affrontare l’emergenza.
Durante i grandi incendi dell’Attica, in Grecia, i pompieri americani hanno aiutato i colleghi ellenici inviando dei droni proprio a questo scopo. - Raggiungere zone impervie, mappando il territorio e dando informazioni utili agli esperti per prevenire incendi. Questi mezzi sono più economici di un elicottero. Possono inoltre andare in posti impossibili da raggiungere da grandi mezzi pilotati da esseri umani.
- Gestire gli incendi controllati. Per prevenire incendi boscosi, eliminando accumuli di arbusti e sterpaglie, o per evitare l’allargarsi di quelli già divampati, i Vigili del Fuoco usano innescare piccoli roghi, tenendoli sotto controllo. Con i droni vengono usati dispositivi incendiari delle dimensioni di una pallina da ping-pong. Si chiamano uova di drago e possono essere trasportati e lanciati direttamente dagli aeromobili. In tal modo si evitano rischi inutili al personale.
Alcuni paesi in cui si sta sperimentando usi all’avanguardia dei droni-pompiere
La Cina ha compiuto dei test con droni resistenti alle alte temperature e capaci di spruzzare acqua. Li hanno fatti volare vicino a una impalcatura di un palazzo appositamente data alle fiamme (niente vernici ignifughe, quindi!). Per ora il drone non può ancora entrare in un edificio colpito da incendio e salvare vite umane, ma può coadiuvare il lavoro dei “colleghi” umani a terra. Ad esempio occupandosi del rivestimento esterno di un altissimo grattacielo e fermare sul nascere una possibile tragedia.
Un’altra eccellenza cinese è la Ehang. Questa ha sviluppato un mezzo in grado di raggiungere velocemente il luogo colpito dalle fiamme. Arriva fino a 600 metri di altezza. Può essere equipaggiato e adattato in base alle emergenze. È capace di portare 150 litri di schiuma antincendio. Inoltre può lanciare “bombe” di materiale estinguente, con una mira a guida laser.
In Lettonia, invece, l’azienda Aerones sta studiando droni dotati di 28 motori e in grado di sollevare fino a 200 kg. Oltre a combattere gli incendi, potrebbero, potenzialmente, trarre in salvo vite umane. Non sono ancora operativi ma in fase di sperimentazione.