Il Fire Lab, dove si studia come si innescano e si propagano gli incendi
Ogni mattina, a Missoula, in Montana, sulle Montagne Rocciose, c’è un gruppo di donne e uomini che appiccano il fuoco. Lo fanno per mestiere. Lavorano al Fire Lab, dove si studia come si innescano e si propagano gli incendi.
Nei soli Stati Uniti, ogni anno vengono spesi 3 miliardi di dollari a causa degli incendi che, nello stesso periodo, distruggono una media di 4 milioni di acri di territorio. Sono dati terrificanti, e negli ultimi anni — come ben sappiamo dalle cronache — il trend è in costante peggioramento.
«Abbiamo anni e anni, decenni, secoli di esperienza col fuoco», dice Mark Finney, uno dei ricercatori che lavorano al Fire Lab, costruito nel 1960 allo scopo di comprendere quel fenomeno ancora in parte misterioso che chiamiamo fuoco.
Nonostante tutto il sapere accumulato da generazioni e generazioni, infatti, non abbiamo ancora del tutto chiare le dinamiche di come un incendio nasca e si diffonda. Capire bene tali dinamiche è cruciale per difendere noi stessi e il pianeta.
Un mistero chiamato “fuoco”
«Col fuoco, quasi tutto è contro-intuitivo. Ciò che ci suggerisce l’intuito, è in effetti sbagliato. Dato che le fiamme sono calde e salgono in verticale, cos’è che permette al fuoco di allargarsi in orizzontale?», si chiede Finney nel breve documentario realizzato dalla prestigiosa rivista The Atlantic presso il centro di ricerca di Missoula.
Nel filmato vengono mostrati alcuni degli esperimenti, condotti usando tunnel del vento e telecamere ad alta velocità. Sono soprattutto le tecnologie video ad aver dato una spinta prima d’ora impensabile agli studi.
Ciò che fanno presso il Fire Lab è appiccare incendi per poi cercare di ricostruire, attraverso il cosiddetto reverse engineering, come questi si propagano. Quei volti, che in un’atmosfera quasi surreale vediamo osservare le fiamme, dietro a un vetro o sul video di un computer, sono alla ricerca dei pattern: gli “schemi” che si ripetono tanto in laboratorio quanto nel mondo reale.
Oltre al propagarsi delle fiamme si studia anche il momento dell’innesco. Quali materiali, con quanto calore, prendono fuoco?
«Come fanno i rami e le foglie umide a bruciare? Sono soprattutto acqua, eppure sono responsabili dei nostri più grandi e imprevedibili roghi» dice un’altra ricercatrice, Sara McAllister, che avanza una possibile spiegazione, e cioè che il calore faccia esplodere l’acqua contenuta nelle cellule liberando gli zuccheri, che sono infiammabili.
Da 60 anni, chi lavora al Fire Lab vede fiamme ogni giorno, cercando di penetrare, attraverso la conoscenza, nel grande mistero del fuoco e di come si innescano e si propagano gli incendi.
«Capire come funzionano — chiosa il ricercatore Jack Cohen — significa anche poterli trattare come un evento naturale. Disturbante sì, ma non umanamente disastroso come invece oggi siamo costretti a viverlo».