Storia della autopompa dei Vigili del fuoco
In qualsiasi parte del mondo si viva, quando scoppia un incendio la prima cosa che ci si aspetta di vedere sfrecciare per strada è l’autopompa dei pompieri. Rossa, massiccia e potente, lascia tutti a bocca aperta, grandi e bambini. Un po’ per il fascino che da sempre avvolge i Vigili del Fuoco, uomini e donne che svolgono un lavoro pericoloso. Un po’ perché questo mezzo è una sorta di “coltellino svizzero”, coi suoi mille scomparti, tubi, scale e attrezzi utili a salvare vite umane durante una emergenza. Forse non tutti lo sanno, ma l’autopompa ha anche una lunga storia.
Cos’è un’autopompa
L’autopompa è il mezzo usato dai Vigili del Fuoco per arrivare rapidamente sul luogo dell’emergenza trasportando uomini e strumenti che potrebbero risultare utili durante le operazioni: scale, arpioni, asce, palanchini, apparecchi di ventilazione, proiettori luminosi, respiratori autonomi.
A prova di ruggine, resistente agli urti e alla pressione, l’autopompa è dotata di sospensioni rinforzate e di una pompa di forte portata che alimenta diverse lance antincendio.
Le luci lampeggianti e la caratteristica sirena avvisano la popolazione che c’è un’azione in corso.
Storia dell’autopompa
Prima dell’autopompa moderna i pompieri dovevano arrangiarsi con le tecnologie e gli strumenti a disposizione. Questo significa che per secoli il metodo più utilizzati per spegnere gli incendi era costituito da secchi d’acqua e forza delle braccia.
Un primo passo in avanti è stato compiuto dall’ingegnere greco Ctesibio, che nel terzo secolo a.C. inventò la pompa ad acqua. Questa tuttavia non era abbastanza potente da generare una pressione tale per spruzzare abbastanza acqua da lunga distanza.
Fino al ‘500, quando in Europa vennero “riscoperte” le pompe, non ci furono grandi miglioramenti nelle modalità di intervento. Le cose incominciarono a cambiare nel ‘600, quando tutta una serie di invenzioni portarono ai primi, veri carri antincendio.
Nel 1650 il tedesco Hans Hautsch costruì una pompa ad aria compressa capace di sparare un getto d’acqua fino a venti metri di altezza.
Utilizzando strisce di cuoio cucite insieme, nel 1673 l’artista olandese Jan van der Heyden sviluppò la manichetta, che permetteva di arrivare con l’acqua più vicino alle fiamme.
Nel 1721, il britannico Richard Newsham depositò il brevetto per un nuovo tipo di pompa antincendio. Montata su un telaio di legno in modo da poter essere facilmente spostata sul luogo dell’incendio per mezzo di un carro, era manovrata da una squadra composta da 4 a 12 uomini e riusciva a erogare decine di litri d’acqua al minuto.
Nel 1822 il costruttore americano Sellers and Pennock sviluppò un motore in grado di prelevare l’acqua da una sorgente, un fiume o un lago.
Storia dell’autopompa: come si spostavano i pompieri?
Le prime motopompe a cisterna erano munite di ruote e dovevano essere trascinate a mano sul luogo dell’incendio da almeno quattro uomini.
Solo verso la metà dell’800 iniziarono a essere usati i cavalli, spesso accompagnati dai dalmata, definiti i cani pompiere.
Con l’avanzare della tecnologia, aumentò il peso delle attrezzature, e anche i cavalli facevano fatica a spostarle, causando tempi d’intervento spesso troppo alti.
La prima autopompa antincendio a vapore semovente venne ideata negli Stati Uniti nel 1841 ma, inizialmente ritenuta pericolosa e inaffidabile, cominciò a diffondersi solo dopo qualche anno.
Il vero e proprio camion dei pompieri a motore come quello che conosciamo oggi, arrivò nel 1920, mandano definitivamente in pensione cavalli e macchine a vapore.
La scala
Strumento “principe” della dotazione di ogni corpo dei Vigili del Fuoco, la scala merita un capitolo a parte.
Indispensabile per raggiungere i piani alti dei palazzi, la scala aerea, usata ancora oggi, è stata inventata nel 1868 da Daniel D. Hayes. Pompiere in servizio a New York, Hayes ebbe l’idea di installare la scala direttamente sul camion e sollevarla tramite dei meccanismi a molla.
Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale fu posta anche una piattaforma sulla sommità della scala, rendendo così più agevole il lavoro.