Il disastro di Feyzin
Firewall racconta i grandi incendi della storia: tragedie che hanno portato lutti e distruzione, generate da eventi naturali, dal caso o dall’intervento umano. Il disastro di Feyzin fu causato da una serie di esplosioni che nel 1966 distrussero una raffineria in Francia, provocando 18 morti e 84 feriti.
LA RAFFINERIA DI FEYZIN
Feyzin è un piccolo comune francese a 10 chilometri a sud di Lione, nel dipartimento del Rodano. Nel 1966 la raffineria presente nella cittadina (ancora oggi attiva) impiegava 250 operatori, che producevano 2 milioni di tonnellate di petrolio all’anno (circa 40mila barili al giorno). Unità di processo e area di stoccaggio erano costeggiate da una strada locale e da un’autostrada. Le sfere contenenti il Gpl (gas propano liquido) distavano 300 metri dalle prime case e 42 metri dall’autostrada.
L’INCIDENTE
Alle ore 6.35 del 4 gennaio 1966, un operatore di impianto, accompagnato da un tecnico di laboratorio e da un pompiere, è impegnato a prelevare dei campioni di Gpl da ciascuno dei serbatoi di stoccaggio. Recatosi alla Sfera 443, danneggia per errore l’apertura di una valvola e provoca l’uscita – per 10 lunghi, interminabili minuti – di un potente getto di propano. Il propano, più pesante dell’aria, galleggia a un metro dal suolo e comincia a muoversi verso l’esterno della raffineria.
Viene lanciato immediatamente l’allarme. Operatori e pompieri della raffineria bloccano il traffico automobilistico sulle strade vicine. La nube, altamente infiammabile, varca nel frattempo i confini dello stabilimento. Una vettura, non accorgendosi dei segnali di stop, supera il blocco e viene raggiunta dal propano, che viene innescato, probabilmente dal calore dei freni, provocando un grande incendio.
Il flash fire viaggia lungo la nube, fino a raggiungere la Sfera 443, dando fuoco a sua volta al propano liquido che continua a uscire dalla valvola (jet fire). Arrivano in raffineria i vigili del fuoco di Lione. Scatta la valvola di sicurezza della Sfera 443, producendo una torcia di fuoco alta 10 metri. I pompieri, mancando di una preparazione specifica, considerano migliorata la situazione della Sfera 443 e passano a raffreddare i serbatoi vicini. Quello sarà l’inizio di un fenomeno all’epoca ancora sconosciuto: il “Bleve”.
IL “BLEVE”
Il “Bleve” (boiling liquid expanding vapor explosion) è l’esplosione di vapori che si espandono a causa dell’ebollizione di un liquido. Alle 8.05 i vigili pensano di cominciare a ritirare alcune squadre, ma alle 8.45 la Sfera 443 esplode, originando una palla di fuoco (fireball) di 250 metri di diametro e 400 metri di altezza. Tra le 9.30 e le 10.30, per effetto del calore generato dall’incendio, esplode una seconda sfera di propano, altre 3 cedono e le fiamme raggiungono altri serbatori di Gpl e carburanti di altro tipo.
CONSEGUENZE
L’incendio proseguirà per tutta la giornata successiva e l’allarme rientrerà solo la sera del 5 gennaio. Il bilancio del disastro di Feyzin conta 18 morti (di cui 11 pompieri, 2 lavoratori della raffineria e il conducente della vettura che ha innescato l’incendio) e 84 feriti. Quasi 1.500 abitazioni nei dintorni della raffineria subirono danni di entità varia.
IL MUSEO DEI POMPIERI DI LIONE
Nel corso del 1966 viene realizzato un memoriale a ricordo delle vittime del disastro. Nel 1971 diventerà il Musei dei pompieri di Lione, che raccoglie 160 veicoli e più di tremila materiali dall’epoca moderna fino ai giorni nostri.