L’incendio all’Aeroporto di Düsseldorf del 1996
L’11 aprile del 1996, in pieno giorno, un incendio scoppiò all’Aeroporto di Düsseldorf uno dei principali scali aeroportuali della Germania. Fu un incidente tragico, che causò diversi morti e decine di feriti. È considerato il peggior incendio strutturale mai accaduto in un aeroporto commerciale, oltre che uno dei primi esempi di rogo dovuto al polistirene.
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L’Aeroporto di Düsseldorf
Con circa 8 milioni di passeggeri all’anno, il Flughafen Düsseldorf International è oggi il quarto più importante della Germania, dopo Francoforte (il principale), Monaco e Berlino.
La torre di controllo, coi suoi 87 metri, è la più alta del paese e tra le più alte d’Europa.
Inaugurato nel 1927 e riconvertito a uso militare durante la Seconda guerra mondiale, fu pesantemente bombardato dagli Alleati tra il 1943 e il 1944. Nel ’45 fu occupato dalle truppe americane, che alloggiarono nelle poche strutture risparmiate dalle bombe.
Dopo alcuni anni di ricostruzione, l’aeroporto riprese l’attività civile nel 1949 e fu riconsegnato ai tedeschi l’anno successivo. Nel corso dei decenni, la struttura si è progressivamente ampliata, ed è proprio durante uno di questi lavori, negli anni ’60, che sono stati installati dei pannelli che, trent’anni dopo, sarebbero stati una delle concause della tragedia.
L’incendio del 1996
Intorno alle 13.00 dell’11 aprile 1996 un gruppo di operai stava saldando un giunto di dilatazione che si trovava sopra un negozio di fiori situato al livello arrivi del Terminal A dell’aeroporto.
I pompieri in servizio all’aeroporto avrebbero dovuto — come da regolamento — essere informati del lavoro, così da verificare eventuali rischi e controllare la situazione. Nessuno, tuttavia, li avvertì. Ad avvisarli, un paio di ore dopo, fu un tassista che aveva notato delle scintille provenire dal soffitto sopra al negozio. Giunti sul posto, i vigili del fuoco fermarono i lavori, ma ormai era troppo tardi.
Le scintille prodotte dalla saldatura, infatti, entrarono in contatto con i pannelli in polistirene presenti nel controsoffitto. Quei pannelli, installati negli anni ’60, secondo le norme non avrebbero dovuto trovarsi lì.
Per via delle scintille e del metallo fuso, si incendiarono, senza però provocare fiamme. Per questo la gravità della situazione non fu subito compresa. Il calore raggiunse alte temperature, e centinaia di metri di controsoffitto bruciarono in pochi istanti. L’allarme, però, scattò solo dopo che nella zona iniziò a levarsi una densa coltre di fumo nero. Erano le 15.55, e i pompieri si resero conto di non riuscire a domare il rogo da soli.
Sul posto arrivarono, nel corso dei minuti e delle ore, sempre più squadre: dalla città di Düsseldorf e poi anche da quelle vicine.
Nel frattempo il fumo, trasportato anche dagli impianti aerazione, aveva già ucciso diverse persone. Molte altre erano gravi, ma per ore le fiamme tennero in scacco i soccorsi.
Alla fine l’incendio fu messo sotto controllo solo dopo le 19.00, quando i pompieri coinvolti erano ormai più di 1000.
Le conseguenze dell’incendio all’Aeroporto di Düsseldorf
I morti furono 17, quasi tutti soffocati dal fumo. Ben 88 i feriti.
I danni furono stimati in un miliardo di marchi tedeschi dell’epoca.
Dalle indagini che seguirono la tragedia, risultò che la causa fu effettivamente il lavoro di saldatura, unita all’uso fuori norma dei pannelli in polistirene. Ma a peggiorare la situazione furono anche ulteriori elementi: la polvere accumulata nei condotti di aerazione, lo scarso uso — per risparmiare — di materiali ignifughi e l’assenza di sprinkler e di porte tagliafuoco. A questo andò ad aggiungersi anche la scarsa organizzazione: la prima autopompa arrivò sul posto solo qualche decina di minuti dopo essere stata chiamata, e l’aria condizionata sarebbe stata spenta troppo tardi, così come gli ascensori, che dovevano essere disattivati prima (7 furono le vittime intrappolate in ascensore).
Tre terminal rimasero gravemente danneggiati dall’incendio. Uno di essi fu completamente demolito, un altro dovette essere interamente rinnovato e un terzo potè riaprire solo qualche mese dopo, anche a causa delle moltissime sostanze inquinanti rimaste negli ambienti.
Il numero dei vigili del fuoco stanziali nell’aeroporto venne inoltre aumentato di almeno un centinaio di uomini, ai quali diedero attrezzature più moderne.
Ovviamente fu messa mano all’intero apparato di procedure di emergenza, e aumentati i dispositivi di protezione attiva e passiva.