I grandi incendi in Grecia nel 2023
Tra il luglio e l’agosto dello scorso anno, una serie di roghi — tra cui il più grande mai registrato finora nell’Unione Europea — hanno devastato l’Europa meridionale. Il fenomeno, che si è accompagnato a una delle più grandi ondate di caldo della storia recente, ha colpito soprattutto la penisola ellenica e le sue isole. Ecco la storia dei grandi incendi in Grecia del 2023.
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L’ondata di caldo senza precedenti
L’estate del 2023 è stata la più calda di sempre, almeno stando ai dati raccolti da Copernicus, il progetto dell’Agenzia Spaziale Europea e della Commissione europea che si occupa, tra le altre cose, di monitorare lo stato del pianeta a livello climatico e ambientale.
Nel complesso, l’intero anno è passato alla storia, secondo i dati, come il più caldo mai registrato dal 1850 a oggi. I mesi di luglio e agosto, in particolare, hanno raggiunto picchi mai visti finora. Proprio in quel periodo, in Grecia, è iniziata una stagione di incendi di proporzioni immani. Il caldo, tuttavia, non è stato l’unica causa di questa scia di fuoco.
La Grecia è da sempre devastata dagli incendi
Gli incendi boschivi sono storicamente in realtà in molti paesi dell’area mediterranea. Nel paese che è stato la culla della società occidentale, questo è un fenomeno che va avanti da millenni. Già Omero ne parlava nell’Iliade, come fa notare Leonidas G. Liacos, della Università Aristotele di Salonicco, in uno studio di qualche anno fa in cui trattava anche della storia degli incendi in Grecia.
Con il riscaldamento globale, tuttavia, la situazione è molto peggiorata negli ultimi anni, perlomeno in quanto a frequenza e intensità, e il 2023 è stato l’annus horribilis (almeno finora).
Gli incendi in Grecia nell’estate del 2023
Il primo rogo di una certa entità è apparso il 17 luglio nella regione dell’Attica. Le fiamme sono andate avanti per alcuni giorni, arrivando a toccare anche la capitale, Atene, e sono state necessarie numerose evacuazioni. Altri incendi sono poi nati nel mese di agosto.
Nel frattempo, sull’isola di Corfù, di fronte all’Albania, un’altra serie di incendi boschivi ha costretto alla fuga un gran numero di abitanti e di turisti. Ma la più grande operazione di evacuazione è avvenuta sull’isola di Rodi, dove lo stato d’emergenza è scattato il 20 luglio. Oltre 19 mila persone sono state tratte in salvo grazie a un enorme piano di salvataggio che ha coinvolto più 250 pompieri, centinaia di volontari, decine di mezzi e ben 10 aerei antincendio.
Ad agosto, è stata invece la volta di Alessandropoli, vicina al confine con la Turchia. Qui, il 21 agosto è scoppiato quello che è stato definito come il più grande incendio mai avvenuto nell’Unione Europea da quando questa esiste. Oltre 80 mila gli ettari di foresta andati in cenere, tra cui gran parte della foresta di Dadia, un luogo importantissimo per l’ecosistema locale, e non solo.
In totale, questa nefasta stagione degli incendi ha raso al suolo quasi 2 milioni di kmq di territorio. Foreste e boschi, ma non solo. Tra gli edifici pubblici e privati distrutti, figurano anche scuole e monasteri, questi ultimi importantissimi anche dal punto di vista culturale e storico.
Le evacuazioni hanno raggiunto la quota di oltre 20 mila. I morti accertati sono stati 28, tra cui diversi migranti, intrappolati dalle fiamme durante l’incendio di Alessandropoli.
A livello economico e ambientale, la catastrofe è stata immane, nonostante gli sforzi di tutto il continente: gli altri paesi Europei, Italia compresa, hanno infatti inviato uomini e mezzi nei territori più colpiti.
Le cause e le conseguenze degli incendi
Il caldo, come già accennato, ha ovviamente avuto la sua parte. Clima secco, temperature alte e lunghi periodi senza pioggia sono la ricetta perfetta, insieme ai venti, per roghi enormi e di lunga durata.
È stato però accertato che decine di incendi sono stati causati dall’uomo, sia in maniera dolosa che per pura e semplice (e tragica) negligenza.
Per quanto riguarda le conseguenze, i danni economici sono difficilmente calcolabili. Si parla di centinaia di milioni di Euro, tra ricostruzioni, agricoltura e danni alla stagione turistica. A livello ambientale, è ancora troppo presto per fare un bilancio, che sarà comunque terribile, com’è facile immaginare.