Le vecchie Classi di Reazione al Fuoco sono andate in pensione
Dal 27 ottobre scorso sono “andate in pensione” le vecchie classi di reazione al fuoco della normativa italiana. Ora vigono le norme europee.
Indice
Che cos’è la reazione al fuoco?
Nell’ambito delle discipline e delle normative antincendio, esistono due concetti base che talvolta possono essere confusi tra loro:
- la reazione al fuoco indica il grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto. In pratica, come un materiale reagisce in caso di incendio. È infiammabile? Produce fumi? Permette alle fiamme di propagarsi rapidamente? Produce sostanze nocive? Tali caratteristiche sono fondamentali, com’è evidente, per valutare la sicurezza di un luogo in cui tale materiale è presente;
- la resistenza al fuoco, espressa dalla sigla REI, riguarda, in caso di incendio, la capacità portante di una struttura o di parte di essa, e la capacità di compartimentazione di elementi strutturali e non.
Come si misura la reazione al fuoco?
Ci sono diversi metodi per misurare la reazione al fuoco. Essi possono prendere in considerazione alcuni di questi parametri:
- infiammabilità, ovvero la capacità di un materiale di entrare e permanere in stato di combustione;
- sviluppo di calore nell’unità di tempo: consiste nella quantità di calore emessa in una data unità di tempo da un materiale in stato di combustione;
- velocità di propagazione delle fiamme;
- post-incandescenza, cioè la presenza di zone incandescenti che, dopo lo spegnimento, potrebbero innescare nuovamente il fuoco;
- gocciolamento: l’emissione di gocce di materiale fuso durante o dopo l’esposizione a una sorgente di calore;
- produzione di fumo;
- produzione di sostanze nocive.
Attraverso una serie di specifiche procedure, definite dalle apposite normative, vengono effettuati test sui prototipi di un materiale. In questo modo è assegnata una classe di reazione al fuoco e il prodotto viene omologato e certificato.
Le vecchie classi di reazione al fuoco italiane
Le classi di reazione al fuoco sono state introdotte in Italia con Decreto Ministeriale del 26 giugno 1984, che stabiliva sei classi:
- 0: materiale incombustibile;
- 1: materiale combustibile non infiammabile;
- 2: materiale combustibile difficilmente infiammabile;
- 3: materiale combustibile infiammabile;
- 4: materiale combustibile facilmente infiammabile;
- 5: materiale combustibile estremamente infiammabile.
Queste sono state finora utilizzate nel nostro paese, con alcuni aggiornamenti nel corso degli anni, relativi anche alla richiesta di classi minime di reazione al fuoco per alcuni ambiti precisi. Da qui l’obbligo dell’utilizzo di vernici ignifughe per specifiche tipologie di locali. Ad esempio ospedali, scuole, chiese, strutture ricettive, locali di pubblico intrattenimento ecc.
La classificazione italiana di reazione al fuoco è stata però abrogata dal D.M. del 14 ottobre 2022, col quale il Ministero dell’interno ha stabilito come valide le classi europee di reazione al fuoco.
Le classi europee di reazione al fuoco
Definite dalla norma europea EN 13501-1, le cosiddette euroclassi sono state introdotte per armonizzare a livello europeo le varie normative nazionali in materia di prevenzione incendi. Tali classi sono basate su un sistema di classificazione più rigoroso e completo rispetto a quello italiano, e forniscono una valutazione più accurata del comportamento al fuoco dei materiali.
Esse vanno dalla A1 alla F. La A1 indica i materiali incombustibili e si scende via via che aumenta la combustibilità.
A queste si aggiungono altre due classi: la s (smoke), che indica la produzione di fumo ; la d (drops), relativa invece al gocciolamento. Entrambe possono avere valori che vanno da 0 (assente) a 3 (elevato).
Utilizzando parametri diversi, la classificazione europea — che distingue anche tra elementi usati per pareti, soffitti e pavimenti (questi ultimi indicati con l’aggiunta della particella fl — da floor — alla classe) — non può essere comparata con quella italiana. Tuttavia il D.M. del 15 marzo 2005 presentava una tabella comparativa, dove ad esempio la classe 1 italiana veniva associata alle seguenti classi europee.
Per le pareti: A2 – s1 d0; A2 – s1 d1; A2 – s2 d0; A2 – s2 d1; A2 – s3 d0; A2 – s3 d1; B – s1 d0; B – s1 d1; B – s2 d0; B – s2 d1.
Per i soffitti: A2 – s1 d0; A2 – s1 d1; A2 – s2 d0; A2 – s2 d1; A2 – s3 d0; A2 – s3 d1; B – s1 d0; B – s2 d0.
Infine, per i pavimenti: A2fl – s1; A2fl – s2; Bfl – s1; Bfl – s2.
Le vernici ignifughe in relazione alle classi di reazione al fuoco
Nella classificazione italiana, il legno e i prodotti a base di legno corrispondevano alle classi 3 o 4. Con l’utilizzo di vernici ignifughe — come quella della gamma Firewall di Renner Italia — potevano arrivare a essere in classe 1.
Nella classificazione europea, invece, il legno e i prodotti a base di legno sono generalmente in classe D. Trattati con vernici ignifughe arrivano al massimo alla classe B. Molti dei cicli ignifughi Firewall sono testati per la B-s1-d0 (per pareti e soffitti) e Bfl-s1 (per i pavimenti).
La fine dell’omologazione italiana per le classi di reazione al fuoco
In base al Decreto del Ministero dell’Interno datato 14 ottobre 2022, da dicembre 2022 è scattato l’obbligo di impiegare prodotti classificati secondo le euroclassi.
Il 27 aprile 2022 è poi scaduto il termine per la produzione e l’immissione sul mercato omologati con le classi italiane.
Dal 27 ottobre 2023, infine, è vietato anche installare prodotti omologati secondo le sole classe italiane ed è necessario adoperare quelli che rispondono alla classificazione europea.