Quanto spendono i governi europei nell’antincendio?
Qualche giorno fa Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, ha rilasciato i dati riguardanti la spesa antincendio di tutti i paesi che fanno parte dell’UE.
I numeri sono relativi al 2021 e mostrano un lieve aumento rispetto (+2.5%) all’anno precedente, per una spesa totale di 34,1 miliardi di Euro.
Indice
Cosa intende l’Unione Europea per spesa antincendio?
Eurostat suddivide la spesa pubblica dei governi in 10 differenti segmenti, identificati da un protocollo che si chiama COFOG (Classification Of Function Of Government):
- protezione sociale (pensioni, disoccupazione, case popolari, aiuti alle famiglie, disabilità, ecc.);
- sanità;
- affari economici (la spesa per economia, commercio e lavoro, che comprende anche trasporti, telecomunicazioni ed energia);
- servizi pubblici generali (la spesa per gli organi esecutivi e legislativi, gli affari finanziari e fiscali e gli affari esteri);
- istruzione;
- ordine pubblico e sicurezza;
- difesa;
- tempo libero, cultura e religione;
- protezione ambientale (gestione dei rifiuti, riduzione dell’inquinamento, tutela della biodiversità e del paesaggio);
- servizi abitativi e comunitari (sviluppo abitativo, sviluppo della comunità, forniture idriche, illuminazione stradale).
Della voce “ordine pubblico e sicurezza” — che comprende anche le forze di polizia, le strutture di detenzione e i tribunali — fanno parte le spese antincendio. Queste consistono in:
- amministrazione dei servizi e delle attività relative alla prevenzione e alla lotta agli incendi;
- funzionamento del corpo dei vigili del fuoco permanenti e ausiliari e degli altri servizi di prevenzione e lotta agli incendi gestiti dalle autorità pubbliche;
- funzionamento o supporto ai programmi di addestramento per la prevenzione e lotta agli incendi;
- servizi di protezione civile quali i soccorsi alpini, sorveglianza delle spiagge, evacuazione delle zone inondate.
A quanto ammonta la spesa europea per l’antincendio?
I 27 paesi che fanno parte dell’Unione Europea hanno sborsato, nel 2021, un totale di oltre 34 miliardi di Euro. Si tratta di appena lo 0,5% della spesa pubblica.
In termini assoluti, i governi che spendono di più sono la Germania (quasi 10,5 miliardi) e la Francia (7 miliardi). Al terzo posto l’Italia, con 3,7 miliardi.
In percentuale, rispetto alle spese totali dei singoli paesi, le maggiori uscite sono quelle della Romania e della Lituania (0,7%), seguite da Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Grecia e Lussemburgo (tutte a 0,6%). L’Italia si attesta sullo 0,4% (invariato dal 2016), quindi poco sotto la media europea.
La minore spesa, sempre in percentuale, è invece della Danimarca (solo lo 0,1%).
In uno scenario sempre più complesso, dove, a causa della crisi climatica, i periodi di siccità sono sempre più lunghi e si alternano a fenomeni atmosferici sempre più estremi, è evidente che si tratta di cifre insufficienti.
Quanti Vigili del Fuoco ci sono in Europa? E in Italia?
Sempre secondo Eurostat, nell’UE lavorano circa 360 mila pompieri professionisti. Il dato è relativo al 2022 e, rispetto al 2021, sono quasi 3000 in meno.
Del totale degli occupati, rappresentano in media meno dello 0,2%. In Italia la percentuale è leggermente più bassa, mentre in Grecia, Estonia e Cipro (i paesi con la maggiore percentuale di Vigili del Fuoco) raggiungono circa lo 0,45%. I Paesi Bassi, con lo 0,06%, sono invece la nazione dell’Unione Europa con il tasso minore.
Nel nostro paese lavorano poco meno di 40 mila pompieri, un numero giudicato insufficiente, soprattutto alla luce dell’inevitabile aumento degli incendi boschivi dovuti alla siccità e alle temperature in costante aumento.
A fronte degli scenari presenti e futuri, dunque, è sempre più importante investire nella prevenzione degli incendi e nella protezione degli edifici. Tra i molti dispositivi di protezione passiva figurano anche le vernici ignifughe e le pitture intumescenti.
Si tratta di prodotti ad alta tecnologia, obbligatori in molte strutture pubbliche e locali aperti al pubblico, dagli ospedali alle chiese, dalle scuole ai locali da ballo.
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