Il grande incendio di Turku
Nel 1827 un rogo cancellò quasi interamente quella che all’epoca era la più popolata e importante città della Finlandia, distruggendo anche gli archivi storici dell’intero paese. Di fatto, un pezzo di storia finlandese andò perduto. Ancora oggi il grande incendio di Turku è considerato il più grave di sempre in tutta la Scandinavia.
Indice
La Finlandia all’epoca dell’incendio
Dopo diverse guerre combattute tra svedesi e russi per il dominio del territorio e l’influenza sulla regione del Baltico, nei primi dell’800 l’intera Finlandia fu conquistata dallo zar Alessandro I e diventò un granducato autonomo all’interno dell’Impero russo.
Nel 1812 lo zar spostò la capitale a Helsinki, ma fino a quel momento la città più grande e importante era stata Turku.
Situata sulla foce del fiume Aurajoki, lungo la costa meridionale del paese, Turku fu per secoli il centro economico e culturale della Finlandia. Lì aveva sede la prima università finlandese, l’Accademia Reale di Turku, costituita nel 1640 dalla regina Cristina di Svezia.
Fondata tra il 1100 e il 1200, all’epoca dell’incendio la città contava circa 12.000 abitanti (oggi sono oltre 250.000), che vivevano in edifici in pietra o in legno. Nel giro di poche ore, nel settembre del 1827, gran parte dell’area urbana andò in cenere.
Le cause del grande incendio di Turku
Il 4 settembre del 1827 era un martedì sera. La fattoria del droghiere Carl Gustav Hellman, solitamente abitata da una trentina di persone, era quasi vuota, dato che parte della famiglia era in viaggio a Stoccolma. Verso sera la moglie di Hellman, Christina Elisabeth, rincasò dopo essere stata in un paese vicino, e notò che dal fienile, ancora pieno del fieno raccolto durante l’estate, proveniva del fumo.
La fattoria si trovava nella zona di Aninkaistenmäki, un’area collinare della città, caratterizzata da case in legno con tetti di paglie e torba, alcune piuttosto umili, e molto vicine le une alle altre. Soffiava un forte vento, e la donna vide che dal camino di un’abitazione vicina fuoriuscivano delle scintille, che andavano a finire sul fieno. Il fumo proveniva da lì, e in breve si alzarono le fiamme.
Christina Elisabeth diede immediatamente l’allarme e chiamò il resto della famiglia (quei pochi che non erano a Stoccolma). Presto accorsero anche i vicini ma non riuscirono a domare le fiamme. In zona c’erano poche fonti d’acqua e il pozzo di casa Hellman non ne aveva a sufficienza.
Nell’arco di poco tempo, le campane della Cattedrale di Turku iniziarono a suonare per allertare tutta la città e presto giunsero i soccorsi. Questi si dimostrarono comunque scarsi, dato che la maggior parte della popolazione maschile cittadina si trovava a molti chilometri di distanza: a Tampere, dove si stava tenendo un grande mercato. Per questo motivo, e a causa delle scarse attrezzature, del forte vento e della lunga e secca estate, che aveva reso ancora più infiammabili i muri e i tetti delle case, l’incendio continuò a divampare per ore.
Oltretutto, mentre le fiamme si espandevano, molti dei pompieri abbandonarono il loro posto per tentare di andare a salvare le proprie abitazioni. La guarnigione russa, dal canto suo, partecipò all’operazione di soccorso, ma — a quanto si disse — con molta lentezza e scarso entusiasmo. In seguito i soldati furono anche accusati di aver saccheggiato le case.
Una città in rovina
Nella notte l’incendio raggiunse l’altra sponda del fiume Aurajoki, che taglia in due la città. Le fiamme attaccarono l’ospedale, la scuola, la Cattedrale e l’Accademia, mentre i mezzi di soccorso erano ancora quasi tutti nell’area settentrionale, lì dove il rogo iniziò. Gran parte dei circa 40.000 volumi conservati nella biblioteca dell’Accademia andarono in fumo, così come gli archivi medievali e le collezioni botaniche e zoologiche.
L’indomani pomeriggio, dopo ben 18 ore, l’incendio finalmente fu domato. Ma per giorni, visto il terreno ancora rovente, continuarono a scoppiare piccoli roghi.
Furono in 27 a perdere la vita, e si contarono centinaia di feriti e le fiamme mandarono in cenere più di tre quarti degli edifici di Turku. Ben 11.000 — cioè quasi l’intera popolazione — rimasero senza casa.
Fu presto istituito un comitato e, con il supporto delle autorità russe, si attuò rapidamente una distribuzione di generi di prima necessità. Molti cittadini privati finlandesi, inoltre, diedero contributi in denaro alla popolazione colpita. Nonostante gli sforzi, gli aiuti non furono sufficienti, e non fu semplice trovare alloggi temporanei per tutti.
Le conseguenze del grande incendio di Turku
Dopo la tragedia, iniziò la ricostruzione. Ma prima dovettero essere demoliti tutti gli edifici pericolanti.
La città impiegò anni per riprendersi, e a causa dell’incendio l’Accademia Reale fu definitivamente spostata a Helsinki, dove si trova ancora oggi. La nuova capitale, in effetti, beneficiò non poco del disastro di Turku, e il suo processo di evoluzione ebbe un’accelerata dopo il rogo.
L’urbanistica di Turku venne ripensata quasi totalmente dall’architetto tedesco Johann Carl Ludwig Engel, che aveva già lavorato all’impostazione dell’edilizia pubblica di Helsinki. Il progetto di Engel — una città a pianta quadrata regolare, con un moderno schema a griglia — ebbe talmente successo che il “modello Turku” venne poi imitato da altri centri urbani finlandesi.
Il grande incendio di Turku come “caso mediatico”
Secondo Hannu Salmi, professore di storia culturale all’Università di Turku, l’incendio fu — per l’epoca — un vero e proprio evento mediatico.
In un video, il ricercatore mostra quanto la notizia di diffuse velocemente (ovviamente per gli standard del periodo), raggiungendo prima la Svezia, poi la Russia, e in seguito il continente europeo, dove si continuò a parlare dell’evento per giorni, complici anche la crescita e lo sviluppo dei giornali a inizio ‘800.