Il grande incendio al circo di Niterói del 1961
È stato uno degli incendi con più vittime nella storia, e sicuramente la peggiore tragedia mai avvenuta nel mondo circense. Nel 1961 un incendio al circo di Niterói, in Brasile, ha causato la morte di oltre 500 persone, durante quello che doveva essere un momento collettivo di gioia e divertimento.
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Il 17 dicembre 1961 a Niterói
Niterói è una grande città che oggi ha oltre mezzo milione di abitanti. Si trova nello stato di Rio de Janeiro, ed è uno dei centri commerciali e finanziari più importanti della regione. Affacciata sulla baia di Guanabara e sull’oceano Atlantico, è piena di spiagge e caratterizzata da un clima tropicale che la rende calda per tutto il corso dell’anno.
Trovandosi al di sotto dell’equatore, quel 17 dicembre del 1961 era piena estate e la giornata era particolarmente afosa. Per cercare sollievo dal caldo e per passare qualche ora di spensieratezza, molti abitanti si recavano sotto al tendone del Gran Circus Norte-Americano, arrivato in città da circa una settimana e installatosi in pieno centro, in piazza Expedicionário.
Guidato da Danilo Stevanovich — imprenditore circense tra i più conosciuti del paese — il Gran Circus Norte-Americano si vantava di essere il più grande spettacolo dell’intera America Latina. E probabilmente lo era davvero, con i suoi più di 60 artisti, 150 animali e 20 tecnici. Oltretutto, quando era arrivato a Niterói, il circo aveva reclamizzato anche il suo nuovo tendone: era a strisce blu e bianche, in nylon, pesava ben sei tonnellate e faceva una gran bella ombra, cosa che ovviamente non poté che attirare l’attenzione dei potenziali spettatori.
In realtà la tenda non era davvero di nylon ma di cotone trattato con cera di paraffina, dunque molto infiammabile, e si rivelò una trappola mortale.
L’incendio al circo
Stava andando tutto bene, durante lo spettacolo del pomeriggio. Il circo aveva fatto il tutto completo e c’erano quasi 3000 persone ad assistere. Ma al momento dell’esibizione dei trapezisti successe qualcosa. Erano le 15.45, mancavano circa venti minuti alla fine e Antonietta Stevanovich, sorella di Danilo, stava facendo le sue acrobazie. Dall’alto del suo trespolo vide per prima le fiamme che stavano iniziando ad allargarsi sul tetto del tendone.
In poco tempo, fu il delirio.
Quando anche gli spettatori si accorsero del rogo, il fuggi fuggi fu generale. Mentre il tendone infuocato crollava sulle persone, la gente tentava di scappare in ogni modo, spesso calpestando a morte gli altri. Molti si salvarono grazie a un elefante, Sema, che scappò dalla sua gabbia e con la sua massa poderosa riuscì a strappare la tenda, offrendo una via di fuga.
Le vittime immediate furono ben 372, e centinaia i feriti. Trattandosi di un circo, c’erano naturalmente moltissimi bambini. I soccorsi arrivarono con molto ritardo, anche perché quello stesso giorno i medici dello stato di Rio de Janeiro erano in sciopero. Vennero immediatamente richiamati al lavoro, e da tutto lo stato accorsero medici e soccorritori per dare una mano negli ospedali e nelle cliniche private intasate dall’arrivo dei feriti.
Nei giorni e nelle settimane seguenti la tragedia la conta dei morti, purtroppo, salì di molto. Tra ustioni, calpestamenti e intossicazioni da fumo, il numero dei decessi raggiunse la drammatica cifra di 503.
Le cause della tragedia
Le indagini svolte in seguito all’incendio portarono alla cattura di tre persone. Da quanto stabilito dalle autorità, infatti, si trattò di un rogo doloso. Il colpevole era un certo Adílson Marcelino Alves, detto “Dequinha”. Personaggio ambiguo, con la fedina penale sporca ed evidenti problemi mentali, Alves era stato assunto da Stevanovich subito dopo l’arrivo del circo in città. Per installare il grande tendone e allestire tutto lo spettacolo, infatti, il Gran Circus Norte-Americano aveva avuto bisogno di molta manodopera: circa 50 persone del posto.
Dopo due giorni di lavoro, Stevanovich, probabilmente infastidito dai comportamenti di Alves, lo licenziò. Questi, però, continuò a bazzicare per il circo, provocando gli altri lavoratori e giurando vendetta.
Insieme a due complici, José dos Santos, detto “Pardal”, e Walter Rosa dos Santos, detto “Bigode”, si procurò della benzina e il pomeriggio del 17 dicembre innescò le fiamme proprio durante lo spettacolo.
Fu arrestato pochi giorni dopo, il 22 dicembre, insieme ai complici. Fu condannato a 22 anni, 16 in prigione e 6 in manicomio. Nel ’73, tuttavia, riuscì a evadere ma fu ritrovato morto ammazzato su una collina di Niterói. Il colpevole dell’omicidio non fu mai trovato.
In anni più recenti alcune indagini indipendenti hanno contestato questa versione dei fatti, sostenendo che alla base della tragedia ci furono dei malfunzionamenti a livello elettrico.
Gli incendi nei circhi
Ormai da molti anni in crisi, il settore circense è stato in realtà storicamente molto poco colpito dagli incendi. In Italia il più rilevante fu sicuramente quello del 1962, che coinvolse il celebre Circo Darix Togni. In quel caso, fortunatamente, non ci furono vittime dato che il rogo si verificò quando il tendone era vuoto. Lo distrusse completamente in pochi minuti.
Da uno studio dei Vigili del Fuoco sugli incendi nelle scuole, negli esercizi commerciali, nelle attività alberghiere e di pubblico spettacolo, risulta che i roghi nei circhi sono molto rari.
Dal 1990 al 2001 appena l’1% degli incendi in luoghi di pubblico spettacolo con capienza superiore a 100 posti riguardava circhi e teatri-tenda. Per fare un raffronto: discoteche e sale da balle rappresentavano invece il 41%.
Tuttavia anche i manufatti in legno usati negli spettacoli possono beneficiare dell’azione antincendio delle vernici ignifughe, come quelle della linea Firewall di Renner Italia.