Gli incendi dell’Indonesia nel 2019
Firewall racconta i grandi incendi della storia: tragedie che hanno portato morte e distruzione, generate da eventi naturali, dal caso o dall’intervento umano. Gli incendi dell’Indonesia nel 2019 hanno ridotto in cenere ettari di foreste, danneggiando irrimediabilmente non solo l’ambiente ma anche la salute delle persone.
Cosa accadde in Indonesia nel 2019
Tutto ebbe inizio in gennaio, quando una serie di roghi cominciarono a interessare le foreste tropicali. Andarono avanti per mesi, aggravati da siccità e riscaldamento globale, raggiungendo il picco nel settembre dello stesso anno, soprattutto nel Borneo e nell’isola di Sumatra. Si stima che siano andati in fumo quasi un milione di ettari di foresta.
Le immagini di cieli rosso-inferno hanno fatto il giro del mondo.
Quasi la metà delle zone colpite era costituita da torbiere tropicali, zone in cui è complicato muoversi e dunque lavorare agevolmente per bloccare le fiamme. La torba tropicale, inoltre, può bruciare per mesi, anche in assenza di fiamme e segnali visibili di un incendio in corso.
Vista anche la grande presenza di carbonio in questo tipo di ecosistemi, pare che durante gli incendi si siano liberate nell’aria ben 720 megatonnellate (cioè 720.000.000 di tonnellate) di CO2, equivalente a circa il doppio del totale delle emissioni annuali italiane.
Oltre 9000 persone sono state coinvolte nelle attività di soccorso e nei tentativi di spegnimento delle fiamme. Più di 263 i milioni di litri d’acqua adoperati.
Le cause degli incendi dell’Indonesia nel 2019
Già nel 2015 il paese aveva subito una stagione di numerosi e terribili incendi. Il dito, allora, fu puntato contro l’industria cartiera e le società produttrici di olio di palma, che secondo Greenpeace operano in Indonesia in maniera tutt’altro che trasparente, sfruttando il territorio attraverso monocolture di palme da olio e di acacie per la produzione della carta.
Dare fuoco a intere porzioni di foreste e torbiere rientrerebbe dunque nella strategia di impiantare nuove coltivazioni, già in sé pericolose per la biodiversità e la fauna locale. La tecnica di disboscare attraverso il fuoco si chiama slash and burn (debbio, in italiano) ed è usata dall’uomo fin dalla preistoria. Si tratta di una pratica che, su larga scala, è assolutamente deleteria per l’ambiente.
I danni per l’economia e la salute
Gli incendi dell’Indonesia del 2019 hanno fortemente colpito l’economia nazionale, con danni che hanno superato i 5 miliardi di dollari (addirittura lo 0,5% del Pil) in una sola estate.
L’agricoltura, i trasporti, l’industria, il commercio e l’ambiente sono stati i settori più colpiti.
12 aeroporti sono rimasti chiusi per lungo tempo e così anche centinaia di scuole tra Indonesia, Malesia e Singapore, a causa dell’aria irrespirabile.
La nube tossica non si è fermata ai confini, dilagando anche nel sud della Thailandia e nelle Filippine. Oltre 900 mila persone hanno segnalato problemi respiratori e in 45 distretti si sono registrati livelli alti di particolato sottile.
I colpevoli (alcuni) sono stati arrestati
Il portavoce della Polizia ha confermato che il 99% degli incendi è stato di origine dolosa. Le forze dell’ordine hanno arrestato circa 185 persone in sei province. Quattro le società mese sotto inchiesta.
In Indonesia chi viene colto ad appiccare un incendio può essere multato per cifre ingenti, pari a 10 miliardi di rupie (circa 630 mila euro), mentre i dirigenti di aziende che danneggiano il territorio possono finire in prigione per 10 anni.
Nonostante le pene pesanti, tuttavia, lo sfruttamento continua: i guadagni sono maggiori delle perdite, e il disinteresse di questi individui per la foresta, gli animali, la biodiversità e la saluta pubblica è senza fine.